Coronavirus Spagna: il paese potrebbe presto tornare in lockdown

La seconda ondata di coronavirus in Spagna va di male in peggio. Il Paese annuncia che se la situazione non dovesse migliorare non si esclude un secondo lockdown.

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Nelle ultime settimane il numero di contagi in Spagna è cresciuto esponenzialmente fino a raggiungere livelli molto preoccupanti. Una situazione cumulativa che potrebbe portare ancora una volta il sistema sanitario al collasso.

Questa stessa settimana, infatti, l’epidemiologo spagnolo Fernando Simón ha avvertito di un possibile crollo delle unità di terapia intensiva a partire dai primi di novembre: “Ci sono già ospedali in una situazione molto critica”, afferma lo scienziato.

Coronavirus in Spagna:

Il recente stato di emergenza approvato dal Governo spagnolo per frenare i contagi da COVID-19 ha permesso alle comunità autonome di adottare misure di sicurezza senza passare attraverso il consenso dei tribunali.

Il decreto offre a ciascuna comunità la possibilità di limitare gli incontri sociali o di imporre il lockdown perimetrale. A livello nazionale, però, stabilisce solo un coprifuoco notturno su tutto il territorio spagnolo. A partire dal 9 novembre anche le decisioni per tutto ciò concerne il coprifuoco saranno nelle mani dei governatori delle regioni.

Le autorità sanitarie sembrano aver già ipotizzato che la Spagna dovrà affrontare, ancora una volta, un periodo difficile in cui si cercherà di piegare la curva epidemica a tutti i costi.

Ora gli esperti si chiedono se il coprifuoco, aggiunto alle misure adottate dalle comunità autonome, sarà sufficiente per raggiungere questo obiettivo. Nelle settimane precedenti sono già state applicate molte restrizioni sulla vita notturna senza alcun risultato, per cui le nuove restrizioni potrebbero non essere così significative.

Se nulla dovesse funzionare e i contagi contunassero ad aumentare, la Spagna non esclude un nuovo lockdown totale.

La Spagna potrebbe presto rientrare in un secondo lockdown

“In questo momento le interazioni dopo le 00:00 sono poche, quindi il coprifuoco deve essere accompagnato da una serie di misure volte a limitare l’interazione sociale per il resto del tempo”, ha spiegato a RTVE Spagna José Miguel Carrasco, rappresentante della Società Spagnola di Epidemiologia.

In questo senso, sottolinea che “le misure già adottate per limitare i posti a sedere, separare i tavoli nell’industria alberghiera, eliminare i consumi al bar, ecc. sono molto importanti”. Anche se ritiene che dobbiamo andare oltre, adottandone altre “che sono molto più comuni, come il rafforzamento dei trasporti pubblici o la limitazione degli spostamenti in alcune zone dove l’incidenza è più alta”.

Allo stesso tempo, sottolinea la necessità di “continuare a rafforzare i sistemi di assistenza primaria e di sanità pubblica”, soprattutto “in alcune comunità più deboli”.

Carrasco indica inoltre che non è solo a causa delle attività notturne che i contagi si sono alzati. L’epidemiologo identifica infatti come principali fonti di contagio le riunioni familiari e il lavoro presenziale.

“Dobbiamo prestare attenzione all’ambiente di lavoro. Raccomandare il lavoro da casa e fornire supporto per renderlo fattibile è un’altra misura importante che può essere ancora adottata. E dobbiamo controllare l’interazione sociale anche nelle nostre relazioni familiari. Sappiamo che un gran numero di infezioni in questa seconda ondata ha cominciato a verificarsi proprio grazie al rilassamento delle misure nell’ambiente familiare e con gli amici. Non possiamo trascurare questo aspetto”, conclude.

Carrasco afferma che il lockdown potrebbe essere l’unica soluzione possibile per combattere questa seconda ondata

Per quanto riguarda il confinamento totale in casa, così come è stato fatto durante la prima ondata della pandemia, José Miguel Carrasco ritiene che sia “la misura meno auspicabile e più drastica”, anche se “se non c’è modo di controllare la situazione con le misure adottate, è uno scenario che non può essere escluso”. Ricorda, infatti, che alcune comunità autonome che lo stanno già prendendo in considerazione in momenti specifici, come la Catalogna durante i fine settimana.

“Avrebbe un impatto economico molto grande, anche se sappiamo che resta comunque la misura più efficace. Prima riduciamo ulteriormente l’interazione sociale, prima fermeremo tutto questo”, conclude.

Coronavirus Spagna: il numero dei contagi registrati fino ad oggi

La Spagna raggiunge un nuovo record: 25.595 casi di coronavirus in un solo giorno, secondo le statistiche ufficiali. Questo scoraggiante numero chiude così un mese che è già diventato il peggiore in termini di infezioni dall’inizio della pandemia.
In totale, negli ultimi 30 giorni il Paese ha rilevato 416.490 casi, con 4.087 decessi.

 

 

 

 

Dalla nostra inviata in Spagna Lucia Schettino

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