Coronavirus, allerta dagli ospedali: “Tsunami inatteso”

Emergenza Coronavirus, la testimonianza alla trasmissione Le Iene, allerta dagli ospedali: “Tsunami inatteso”.

(screenshot video)

Ancora una testimonianza sulla gravità della situazione legata all’emergenza Coronavirus arriva da un medico: stavolta si tratta di un sanitario che lavora al Niguarda di Milano e che ha spiegato come stanno le cose in un’intervista. Il medico ha infatti spiegato al programma Le Iene: “Siamo stati di nuovo investiti da uno tsunami inatteso”.

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Se a marzo, nessuno poteva aspettarsi una situazione simile, oggi la critica riguarda cosa sia stato fatto in questi mesi per evitare il ripetersi di questa situazione. Il medico spiega: “Hanno gestito male le persone e hanno iniziato a gestire male gli spazi che avevano a disposizione. Nel senso che tutti i percorsi che avevano a che fare con il Covid non erano percorsi puliti”.

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La denuncia dei medici negli ospedali sul Coronavirus

(MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Nella sua intervista, il medico del Niguarda – che preferisce restare nell’anonimato – evidenzia: “I percorsi che separano ciò che è sporco da ciò che è pulito, che è quello che serve agli operatori per cambiarsi e per dire ‘ok vado a casa tranquillo’ sono percorsi promiscui, separati spesso da una linea di scotch steso per terra. Avere dei percorsi promiscui oggi vuol dire continuare a contagiare”. Insomma, stando a sentire alcuni sanitari, poco sembra essere cambiato in questi lunghi mesi.

Poi il medico aggiunge: “Noi sapevamo che sarebbero stati fatti dei lavori per sistemare le criticità strutturali interne al padiglione, però quello che si vede entrando nel padiglione è che assolutamente non è stata appesa neanche una mensola dopo l’ondata di marzo”. Quelli dedicati al Coronavirus, “sono reparti in cui può essere difficile e rischioso lavorare. Un letto di terapia intensiva ha bisogno di una serie di attrezzature elettriche che richiedono una cosa banale: cinque, sei, sette prese elettriche. Lì ce ne sono due per letto. C’è gente che si è portata la ciabatta da casa”. Infine la denuncia: “Il paziente che si positivizza in ospedale è un paziente che se l’è preso in ospedale da parte degli operatori sanitari”.

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