Poliziotti violenti | detenuta svestita trascinata sull’acqua fredda

Sotto accusa due poliziotti violenti, un uomo ed una donna, che hanno abusato di una carcerata togliendole i vestiti e mentendo su quanto compiuto.

Due poliziotti violenti devono rispondere delle accuse di abuso di autorità e di falso. I due fanno parte della polizia penitenziaria e hanno subito anche la sospensione dal servizio per un anno dal loro impiego nel carcere femminile di Rebibbia. Alcune indagini hanno portato alla luce dei casi di abusi su delle detenute avvenuti almeno da luglio del 2019.

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Gli agenti violenti in questione sono un assistente capo coordinatore ed una sovrintendente, che hanno maltrattato una detenuta mascherando poi il loro infedele operato con una falsa aggressione operata da quest’ultima. Ma le riprese estrapolate dalle telecamere di sicurezza del carcere li smentiscono. E così per l’uomo e la donna sono guai a causa della loro cattiva condotta. La detenuta aveva dei problemi psichici ed in due l’avevano trascinata sul pavimento per portarla in una cella dove le telecamere non erano in funzione. Sul pavimento era stata sparsa dell’acqua fredda e la detenuta era priva di qualunque indumento. Questi maltrattamenti sorsero come punizione dopo che la galeotta aveva danneggiato un termosifone in segno di protesta al diniego per una richiesta di avere una sigaretta.

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Poliziotti violenti, ricostruita la dinamica del fatto

In quella circostanza la relazione del gip parla della presenza di cinque agenti donne. Ma intervenne un loro collega uomo senza alcuna autorizzazione. Le immagini video mostrano anche la vergogna provata dalla reclusa per il fatto di essere completamente svestita. Cosa sia accaduto in quella cella non si sa, l’indagine ha calcolato un periodo di tempo di 24 secondi in cui le riprese erano assenti. E non ve n’è traccia neppure sui verbali. Il magistrato riferisce di “condotta allarmante compiuta dagli indagati, aggravata dai problemi psichici della loro vittima”. Sembra anche che i due indagati fossero recidivi e che avessero già subito sanzioni disciplinari e richiami in passato. Con un alto rischio di reiterare tali comportamenti, tra l’altro già coperti addietro con altre relazioni non corrispondenti al vero.

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