Coronavirus: morto Pino Scaccia, reporter e inviato Rai

Grave lutto nel mondo del giornalismo italiano, a causa del Coronavirus: morto Pino Scaccia, reporter e inviato Rai.

(screenshot video)

Una grave tragedia sconvolge il giornalismo televisivo italiano: si è infatti spento a 74 anni uno dei più noti inviati Rai in zone di guerra, Pino Scaccia. Aveva 74 anni e sarebbe deceduto per le conseguenze dell’infezione da Coronavirus che aveva contratto.

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Il direttivo dell’Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai, con una nota piange “un cronista di razza. Un inviato che ha dato lustro al Tg1, alla Rai, interpretando nella professione i valori del Servizio Pubblico”. Da qualche tempo era ricoverato al San Camillo di Roma e la sua salute si sarebbe aggravata.

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Chi era Pino Scaccia: il reporter ucciso dal Coronavirus

Pino Scaccia, inviato di punta della Rai, è stato il volto di tanti avvenimenti a cavallo della disgregazione dell’ex Unione Sovietica e della ex Jugoslavia, seguendo i conflitti nei Balcani e in Afghanistan, la prima e la seconda crisi del Golfo, la guerra e il dopoguerra in Iraq. Tra i suoi ultimi ruoli, quello di inviato Rai nella crisi libica.

Ma in anni precedenti, Pino Scaccia è stato un simbolo per i reporter di guerra di tutto il mondo: è stato ad esempio il primo occidentale a fare ingresso a Chernobyl e colui che tra i giornalisti occidentali per primo vide i resti di Che Guevara, ucciso in Bolivia nel 1967, quando il reporter era poco più che ventenne. In Italia, si è occupato a lungo di mafia e terrorismo, di terremoti e altre catastrofi ambientali. Decine sono i suoi saggi e reportage pubblicati negli anni. L’ultimo lo aveva pubblicato proprio quest’anno e si intitolava “Un inverno mai così freddo come nel 1943”.

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