Mamma disperata: “Mio figlio smembrato dai medici in ospedale”

June Bayley, 61 anni, ha appreso nei giorni scorsi che parte dei polmoni, del fegato e del pancreas del figlio Ben Mallia è stata rimossa durante l’autopsia in ospedale.

Dopo la morte del figlio aveva scoperto che in ospedale gli avevano rimosso il cervello a sua insaputa. Ora però ha scoperto con orrore che sono state prelevate anche parti di altri organi:  polmoni, pancreas e fegato. June Bayley, 61 anni, ora cerca giustizia per il suo Ben Mallia. E ha intenzione di riesumare una scatola deposta accanto alla bara per scoprire se ogni cosa è tornata a suo posto, come hanno assicurato dall’ospedale di Cambridge.

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La battaglia di June Bayley per suo figlio Ben Mallia

Ben Mallia è morto a soli 12 anni nel 1997 a causa di un’atassia cerebrale complicata da una forma di polmonite. Solo 18 mesi dopo il decesso, la sua famiglia, originaria di Hargrave, vicino Bury St Edmunds, ha scoperto che alcuni organi del ragazzino erano stati rimossi senza che nessuno avesse dato il permesso. I dirigenti dell’ospedale di Addenbrooke hanno effettivamente ammesso che il cervello del giovane era stato espiantato per motivi di ricerca. La famiglia non ne era a conoscenza. Hanno poi assicurato che nessun altro organo era stato rimosso. Ma evidentemente non è andata così.

Il cervello di Ben Mallia è stato poi restituito alla madre, che gli ha dato sepoltura insieme agli altri resti del 12enne. Un rapporto post mortem però ha messo in luce che anche il midollo spinale era stato espiantato dal cadavere. All’epoca l’ospedale aveva insistito sul fatto che si fosse trattato di un “errore di battitura”. Intanto June Bayley, che oggi ha 61 anni, a causa di questa vicenda si sta sottoponendo a terapia per un diagnosi di disturbo da stress post-traumatico. Ma resta decisa a scoprire cosa sia successo veramente: “Voglio solo scoprire la verità. Mi merito di sapere tutto: sono sua madre.”

Ha poi aggiunto che “i miei matrimoni sono falliti a causa di questo evento. Ero un relitto emotivo. Ho avuto incubi per anni, è stato un tormento quotidiano. Non si è trattato di donazione di organi. Hanno rimosso organi da qualcuno che è deceduto senza permesso. Il pensiero che pezzi di mio figlio si trovino in ​​un laboratorio dentro dei barattoli, mi distrugge”.

EDS

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