Coronavirus, il racconto violento di Giannini: “Un tubo nei polmoni”

Il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, è tornato a parlare con un lungo editoriale pubblicato sulle pagine del suo giornale

Massimo Giannini

Finalmente è tornato a casa. Massimo Giannini, direttore de La Stampa, ha scritto un nuovo editoriale sulle sue pagine. In queste settimane è stato ricoverato per il Covid-19, mentre sua madre si trova ancora lì. Una testimonianza davvero importante per milioni di italiani: “Torno a casa. Esco dal tunnel, dopo tre settimane esatte di buio. Sono ancora positivo, ma dopo 21 giorni di Covid e almeno tre senza più sintomi posso proseguire la quarantena a domicilio. C’è un drammatico bisogno di posti letto, per ricoverare i tanti, troppi pazienti gravi che arrivano in continuazione”. Poi ha aggiunto: “Quando sono entrato io, solo al mio piano, eravamo in 18. Ora ce ne sono 84. Oltre la metà ha meno di 54 anni, ed è intubata e pronata”.

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Coronavirus, Massimo Giannini predica attenzione

Successivamente ha spiegato nel dettaglio la dinamica per curarlo: “Ti sedano, ti infilano un tubo nei polmoni, e da quel momento su di te scende la notte di un tempo infinito e un luogo indefinito. Sei sdraiato sulla pancia, in una posizione guidata da un rianimatore esperto, per sedici ore consecutive. Dopo ti rigirano supino, per otto ore. Poi si ricomincia: sedici ore prono, otto ore supino. E così via”. Un racconto davvero dettagliato per spiegare ciò che succede veramente quando si viene ricoverati in terapia intensiva. Ora con il nuovo Dpcm il Governo vorrebbe prendere nuove decisioni per restringere.

Massimo Giannini

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