Giovane calciatore muore misteriosamente durante il lockdown: “Aveva disturbi d’ansia”

Uno studente della Cambridge University, nonché promettente calciatore, è morto misteriosamente durante il nuovo lockdown britannico.

Lo scorso 8 ottobre, il giovanissimi Finn Kitson, 19enne studente universitario nonché figlio di un docente della Cambridge University, è stato trovato privo di vita nella Hall del residence per studenti in cui viveva. Da qualche giorno, tutti gli studenti che si trovavano nel residence erano stati sottoposti ad un lockdown a causa del riacutizzarsi della diffusione del Covid-19. Ai ragazzi era stato imposto di rimanere nel residence, ma non era stato offerto alcun supporto di tipo psicologico e medico.

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Il giovane Finn nei giorni precedenti al decesso aveva sofferto di gravi disturbi di ansia, ma nulla che facesse presagire quanto successo lo scorso 8 ottobre. Al momento le cause del decesso sono poco chiare, il suo corpo è a disposizione delle autorità e presto verrà sottoposto ad un’autopsia. Il caso di decesso in ogni caso non è collegato al Coronavirus e la polizia non lo sta trattando come una morte sospetta. Ai familiari resta il dolore per una morte improvvisa e che, forse, poteva essere evitata con un maggiore supporto.

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Giovane calciatore e studente muore misteriosamente durante il lockdown

 

In questi 11 giorni sono stati innumerevoli i messaggi di cordoglio condivisi sulla pagina del ragazzo e sul web in generale. Uno dei primi a condividere un tributo per il giovane calciatore è stato l’allenatore della squadra universitaria di calcio per la quale Finn giocava con indosso il numero 10. L’allenatore ha postato un video che mostra uno degli ultimi gol messi a segno dal fantasista, un momento di gioia durante il quale i compagni di squadra lo abbracciavano e gioivano insieme a lui. Accanto al video ha poi scritto: “E’ stato un onore allenare Finn Kitson al Cambridge Celts, lo ricorderò sempre mentre giocava allo sport che amava. Riposa in pace Finn”.

Molto pregnante il post pubblicato nelle scorse ore dal padre di Finn, nel quale si legge un commento polemico nei confronti della mancata assistenza agli studenti: “Se metti in quarantena dei giovani studenti senza supporto, ti devi aspettare che soffrano di gravi disturbi di ansia. Lo studente in questione era nostro figlio che continuiamo ad amare e ci manca molto”.

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