Alex Infascelli: chi è il regista di “Mi chiamo Francesco Totti”

Carriera e curiosità su Alex Infascelli: chi è il regista di “Mi chiamo Francesco Totti”, dagli esordi al successo di pubblico.

(Stefania M. D’Alessandro/Getty Images)

Figlio del produttore e regista Roberto Infascelli, classe 1967, la carriera di Alex Infascelli inizia da giovanissimo come musicista. Appena maggiorenne, si trasferisce a Los Angeles e qui trova lavoro come runner per la Propaganda Films. Si tratta di un’occasione inattesa, che lo fa avvicinare al cinema, prima come aiuto scenografo, quindi come aiuto regista.

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Lavora dietro le quinte in Live at the Paramount dei Nirvana, Cream e Diamonds and pearls di Prince, Domino dei Kiss, Black or White di Michael Jackson e Alive dei Pearl Jam, quindi rientrato in Italia avvia un sodalizion con Frankie Hi-Nrg MC. Dirige molti suoi videoclip, ma non solo: collabora anche con Daniele Silvestri, Almamegretta, Tiromancino e Luca Carboni.

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Cosa sapere sul regista Alex Infascelli

(Stefania M. D’Alessandro/Getty Images)

Nel 1996, un’altra grande occasione: Bernardo Bertolucci gli affida la regia del video di Alice, brano dei Cocteau Twins che fa parte della colonna sonora di Io ballo da sola. Partecipa anche al film collettivo De Generazione, dirigendo l’episodio intitolato Vuoto a rendere, uscito nel 1994 e due anni dopo dirige Se son rose pungeranno, episodio contenuto nel film Esercizi di stile. Poi arriva la svolta inattesa: nel 1997 opziona i diritti di uno dei primi noir di Carlo Lucarelli, allora sconosciuto ai più, dal titolo Almost Blue. La scommessa è vincente: tre anni dopo, esce l’omonimo film con Lorenza Indovina e Claudio Santamaria, che ottiene un notevole successo, vincendo diversi premi.

Il suo secondo lungometraggio è il thriller Il siero della vanità con Margherita Buy e Valerio Mastandrea, quindi nel 2006 dirige H2Odio, che esce solo in edicola in allegato a un quotidiano, uno dei primi esperimenti di questo tipo in Italia. Nel 2008 dirige per FOX Crime la serie Donne assassine, dimostrando ancora una volta di essere un precursore dei tempi, quindi l’anno dopo esce Nel nome del male, per Sky. Quindi, nel 2015 è il regista del documentario S Is for Stanley – Trent’anni dietro al volante per Stanley Kubrick, dedicato alla figura di Emilio D’Alessandro, autista e collaboratore di Stanley Kubrick. Ancora una volta, viene premiato per il suo lavoro. Infine esce a ottobre 2020 Mi chiamo Francesco Totti, il documentario sull’ex capitano della Roma.

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