Giuseppe Conte: “Non possiamo mandare la polizia a casa della gente”

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha commentato il nuovo DPCM: “Non possiamo mandare la polizia a casa della gente”.

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Nel pomeriggio di oggi, in conferenza stampa, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha commentato e spiegato quanto contiene il decreto ministeriale anti Coronavirus licenziato ieri. Un decreto che all’apparenza sembra mettere tutti d’accordo, sebbene colpisca nuovamente bar e ristoranti, che già hanno pagato il dazio del lockdown totale di marzo.

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Il premier sottolinea: “Le misure del nuovo Dpcm ci consentiranno di affrontare questa nuova fase della pandemia. La curva epidemiologica sta risalendo. L’Italia è in condizione migliore di altri Paesi ma non si può permettere nessuna distrazione. Non possiamo abbassare il livello di attenzione”. Mentre parla, arriva un nuovo bilancio dei contagi da record: quasi 6mila nuovi positivi, 41 morti e un boom di terapie intensive, oltre 60 in più.

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Le parole di Giuseppe Conte sul DPCM Coronavirus approvato nella notte

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Come noto, la serrata per locali come pub, bar e ristoranti è a mezzanotte, ma non solo: “Dalle 21 si potrà solo consumare ai tavoli e non si potrà più consumare fuori per evitare assembramenti. Discoteche e sale da ballo il governo non le ha mai aperte: resteranno chiuse. Nei locali pubblici non saranno più consentite feste a meno che non siano connesse a cerimonie come matrimoni o battesimi e anche in questi casi con il limite di trenta partecipanti”.

Quindi l’appello a migliorare i comportamenti anche nelle case private. Dice chiaramente Conte: “Non manderemo le forze di polizia nelle abitazioni private, però dobbiamo assumere comportamenti prudenti per gestire la fase”. Infine lancia un appello: “Dobbiamo indossare mascherine se ci si avvicina a persone fragili, se si ricevono ospiti e vi invitiamo a limitare il numero di ospiti non più di sei e di non svolgere feste e party in casa, sono situazioni di insidie pericolose”.

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