Carlo Acutis, parlano i medici che lo hanno avuto in cura

Da qualche giorno a questa parte Carlo Acutis è diventato Beato, adesso parlano i medici che lo hanno avuto in cura.

La storia di Carlo Acutis è di quelle che lasciano in uno stato di ammirazione tutti coloro che l’ascoltano. Questo giovanissimo ragazzo ha dimostrato sin da bambino di avere una fede fuori dal comune ed ha messo al centro della sua vita l’Eucarestia e Gesù Cristo. Era convinto che Dio fosse fondamentale per la vita di ognuno e progettava di utilizzare il web come strumento di evangelizzazione prima ancora che lo facesse la Chiesa. Sapeva che la sua generazione cresceva attorno alle possibilità (d’informazione e di crescita) che offre la rete e che proprio utilizzando il linguaggio dei giovani li si poteva coinvolgere nuovamente nella vita religiosa.

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La fede non lo ha abbandonato nemmeno nel momento più buio della sua vita, quando una malattia fulminea l’ha portato in fin di vita e gli è stato chiaro che non sarebbe potuto diventare adulto. In quei momenti non ha perso il sorriso, ma soprattutto non ha perso la speranza in Dio. Dopo la sua morte sono state numerose le testimonianze di presunti miracoli, fatti inspiegabili come lo è l’incorruttibilità del suo corpo a 14 anni di distanza dal suo decesso.

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Carlo Acutis, i medici che lo hanno avuto in cura offriranno la loro testimonianza

Il processo di beatificazione si è concluso qualche giorno fa ed ora ci si avvia per quello che stabilirà se Carlo è da annoverare tra i santi. Intanto oggi, nella sala della Spoliazione, si terrà un incontro dal titolo ‘Malattia ed Eucaristia, quando la sofferenza diventa luce‘ in cui proprio il neo beato sarà citato come esempio di luce nella malattia. L’obiettivo dell’incontro è proprio quello di rispondere alle domande di chi si chiede come sia possibile che Gesù e Dio rimangano delle figure credibili nei momenti di difficoltà massima.

Carlo in questo è stato un emblema di fede e la sua storia può servire come insegnamento per tutti i fedeli. A spiegarlo è stata Marina Menna, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute: “L’incontro vuole essere una riflessione di approfondimento sul significato del valore della spiritualità e della comunione con Dio nella condizione di malattia. Carlo, oggi beato, anche in questo ha voluto lasciarci una autentica testimonianza”. Per l’occasione offriranno la propria testimonianza sia i medici che lo hanno avuto in cura per il breve ed intenso periodo di ricovero, sia don Sandro Villa, il cappellano dell’ospedale di Monza che ha dato il via al processo di beatificazione del giovane.

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