Riforma Irpef a rischio: probabile slittamento al 2022

La riforma Irpef è momentaneamente a rischio di slittamento. Scopriamo tutto ciò che c’è da sapere sui tempi e le motivazioni.

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Tensioni all’interno del governo e scarse risorse disponibili per il 2021. La situazione politico-economica attuale della penisola italiana sta mettendo a dura prova il lancio della riforma Irpef. Stando agli ultimi aggiornamenti pare proprio che la suddetta tarderà ad essere messa in atto. Si stima addirittura che potrebbe slittare al 2022.

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Proprio così, il lancio della riforma è a rischio. La Nadef, Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, sembrerebbe essere intenzionata ad aprire uno spazio di bilancio di circa 6 miliardi per quel che riguarda il fronte fiscale. La Nota sarà nelle mani del Consiglio dei ministri lunedì sera, in attesa di approvazione. Quest’ultima, oltre all’apertura dello spazio di bilancio, conferma l’aumento del taglio del cuneo, per i dipendenti con reddito fino a 40 mila euro.

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L’apertura dello spazio di bilancio che coinvolge una cifra di circa 6 miliardi di euro, è parte di un tutto molto più grande. Tale apertura sarebbe infatti utile all’approvazione del disegno di legge sul Family act. Quest’ultimo si trova al momento però fermo al Senato.  Nonostante il momentaneo arresto, il disegno prevede il rilascio di un assegno unico per ogni figlio che ha fino ai 21 anni di età. La cifra ammonterà a circa 200 euro mensili, ma il numero potrebbe essere soggetto a variazioni in base all’Isee, e alle decisioni definitive del Governo.

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Per quanto riguarda i tempi, pare che si proceda davvero a rilento. Se tutto andrà per il verso giusto e senza particolari intoppi, si parla di 2021 inoltrato. Conoscendo però l’andamento delle cose, è probabile che prima della messa in atto definitiva della riforma si raggiunga il 2022. Il motivo principale è l’ingente quantità di finanziamenti necessari a mettere in moto l’intero progetto.

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La Nadef in seguito alla pandemia mondiale

La pandemia da Coronavirus ha scombussolato completamente tutta l’economia a livello mondiale. Anche quella italiana ha subito dei cambiamenti, che hanno influenzato in qualche modo anche la Nadef. Il crollo del Pil, calcolato quest’anno al 9%, subirà un rimbalzo nel 2021, con un +6% da attribuire sicuramente alle misure di tipo economico che il governo sta tentando di attuare. Nonostante questo, in caso di un aggravamento delle condizioni sanitarie mondiali, potrebbe verificarsi anche l’ipotesi di caduta del Pil, stimata a circa il -10,5%.

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