Andrea Spampinato, chi è il cestista che rifiuta di giocare senza test Covid

Andrea Spampinato ha deciso di lasciare la sua passione e unica fonte di reddito – il basket – per protesta: “Senza test non gioco”. 

No test, no partita. Si può sintetizzare così, parafrasando un vecchio e fortunato slogan pubblicitario, la scelta di Andrea Spampinato, il cestista che ha deciso di lasciare la sua passione e unica fonte di reddito – il basket appunto – per protesta: “Senza test non gioco”. Conosciamolo più da vicino.

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L’identikit di Andrea Spampinato

Andrea Spampinato è un cestista professionista che gioca – o meglio giocava – in serie “C Gold” con la “Olimpia Castello 2010”, squadra di basket del bolognese. Quando la Federazione italiana pallacanestro ha rimosso l’obbligo del test sierologico prima del campionato, previsto in un primo protocollo, ha deciso di fermarsi. Una decisione sofferta, tra le più difficili della sua vita, ma convinta. “Dobbiamo chinare la testa? Io non ci sto”, dice il giovane atleta. Per la Federazione invece “vale questo protocollo, che nella situazione attuale è il migliore possibile, assolutamente tutelante”.

“Tutto inizia il 26 agosto, quando ci siamo ritrovati per il raduno pre-campionato”, racconta alle Iene.it Andrea Spampinato, che vanta origini sarde. “All’inizio, nel primo decreto anti-covid approntato dalla Federazione italiana pallacanestro, per noi c’era il divieto di allenarci giocando 3 contro 3 o 4 contro 4, una misura che io trovo comunque assurda perché poi le partite le avremmo giocate, ovviamente, in 5 contro 5. All’epoca non potevamo neanche usare gli spogliatoi, un divieto poi cancellato. Abbiamo iniziato a storcere il naso ma ci siamo allenati lo stesso, pur sapendo che di fatto non avremmo potuto giocare partite amichevoli con altre società, appunto per evitare probabili contagi con altri giocatori in giro per la nostra regione”.

Poi l’allentamento delle misure, che non gli è andato giù: “Quello che mi ha fatto sbottare è che a un certo punto ci è stato comunicato che la Federazione avrebbe tolto anche l’obbligatorietà del test sierologico, che dovevamo effettuare 5 giorni prima dell’inizio del campionato, lasciando che gli atleti si limitassero a presentare un’autocertificazione… Quel giorno negli spogliatoi ne abbiamo discusso e poi siamo andati a parlarne con la società. Abbiamo detto ai nostri dirigenti che saremmo stati disposti ad auto-tassarci per fare il sierologico e ovviamente loro non avrebbero avuto alcun motivo per dire di no. Poi però alla fine di quell’allenamento ci arriva il messaggio del nostro direttore sportivo. Ci dice dell’inutilità di quella nostra idea… così ho deciso di riconsegnare la borsa”. Solo un altro compagno di squadra ha seguito il suo esempio.

Andrea Spampinato, che a novembre diventerà papà del suo primo figlio, Cesare, deve ora rinunciare alla sua unica fonte di reddito, i 900 euro netti dell’ingaggio, anche se non vuole abbandonare del tutto la sua passione: “Quest’anno sarebbe stato un anno molto importante per me, che ho il desiderio di tornare a giocare in serie B, ma francamente non mi sento di scendere in campo. Non so proprio come la mia squadra si organizzerà durante la stagione, se magari una settimana il test lo pagano i giocatori e una settimana la società: sono solo idee mie, che volevo proporre. Ora sono idee morte lì, hanno detto che la federazione ha deciso così. Ho rinunciato a giocare perché amo la mia famiglia e mi sono stancato di sottostare alla disinformazione e all’ignoranza di chi non vuole vedere cosa sta succedendo nel mondo”.

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