Napoli, indagato l’agente che ha sparato al rapinatore 17enne

I genitori del rapinatore, morto in un conflitto a fuoco con la polizia a Napoli, invocano giustizia e verità su quanto accaduto.

Il poliziotto di Napoli che ha sparato con la pistola di ordinanza a un rapinatore di 17 anni, uccidendolo, è stato iscritto nel registro degli indagati. All’agente viene contestato l’eccesso colposo di legittima difesa: si tratta di un atto dovuto, in vista dell’esame autoptico sulla salma del ragazzo. Il complice di quest’ultimo era il figlio di Genny ‘a carogna, arrestato dagli agenti intervenuti per sventare la rapina.

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Gli sviluppi delle indagini sulla morte del giovane rapinatore

I genitori della vittima continuano a chiedere giustizia e verità su quanto accaduto. Sono loro a spiegare che il ragazzo lavorava in una pizzeria, ma aveva manifestato l’intenzione di andare via dalla città. E sottolineando di essere stati avvisati in ritardo del decesso del ragazzo, ribadiscono di ritenere tutto ciò inaccettabile. Intanto a Forcella, al centro della città, prosegue il via vai di parenti e amici davanti all’abitazione della famiglia.

Stando alla ricostruzione della Polizia, il 17enne stava tentando di rapinare tre ragazzi fermi in auto a Napoli. La vicenda è ora al vaglio della magistratura, che sta cercando di far luce su quei drammatici momenti nella notte tra sabato e domenica. Resta da capire cosa sia successo dall’arrivo della pattuglia dei Falchi in via Duomo, nella zona portuale della città, fino al tragico momento della sparatoria, e se Luca e il 18enne Ciro De Tommaso, figlio dell’ex capo ultrà del Napoli, abbiano in qualche modo reagito. Ma non è chiaro neppure chi dei due impugnasse effettivamente la pistola, risultata poi a salve, e chi guidava lo scooter che – si è poi scoperto – era rubato.

EDS

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