Vincenzo, 16enne rifiutato da tutte le scuole causa Covid | “Non c’è posto”

16enne rifiutato dalle scuole a causa del Coronavirus: non c’è posto. La storia di Vincenzo, raccontata da mamma Maria.

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Si chiama Vincenzo il ragazzo di Motta Visconti, nel milanese, protagonista dell’ennesima assurda storia legata al Coronavirus. La sua avventura la racconta mamma Maria Gagliardi. Dopo la bocciatura a fine del primo anno scolastico, il ragazzo è riuscito a rimettersi in pari con gli studi: “Settemila euro alle Grandi Scuole Cepu hanno rimesso Vincenzo in carreggiata: abbiamo fatto un grande sacrificio, ma capivamo il suo disagio”, ha raccontato la madre. Ma una volta ripartito, nessuna scuola pubblica è stata disposta ad accettare Vincenzo nelle sue classi. “Ci sarebbe un istituto a Pavia, infatti, proprio a due passi da casa, ma anche lì dicono che non c’è posto”, aggiunge la signora Gagliardi. “Gira tutto attorno a queste tre parole: non c’è posto”.

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La storia di Vincenzo, raccontata da mamma Maria

A settembre Vincenzo avrebbe dovuto rientrare nella classe dei suoi ex compagni per frequentare il terzo anno di Informatica all’Istituto Ettore Molinari, ma la situazione si è rivelata essere complicatissima. A gennaio 2020 Maria aveva iniziato le pratiche per l’iscrizione, per cui era necessario un certificato d’idoneità al terzo anno. L’esame, causa emergenza sanitaria, è slittato a luglio. Quando Vincenzo è risultato idoneo Maria ha richiamato la scuola per proseguire con l’iscrizione, ma l’Istituto le ha risposto che non avrebbe potuto accogliere il ragazzo nelle proprie classi. Madre e figlio hanno deciso di rivolgersi ad altre scuole, ma la risposta è stata sempre la stessa: “non c’è posto”. Maria racconta la storia di Vincenzo con molta delusione. “Mio figlio è ancora nell’età dell’obbligo. Capisco che per via del Covid ci siano delle restrizioni, ma possibile che un solo alunno in più sia un problema così grande?”.

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L’ufficio scolastico ha poi effettivamente trovato un posto per Vincenzo, ma è in una scuola a Sesto San Giovanni. Maria spiega: “Il Molinari era distante, ma raggiungibile con un’unica linea del metrò. Per andare all’Alfieri a Sesto, invece, la sveglia sarebbe alle cinque e il tragitto di quasi due ore su tre mezzi pubblici. Per un ragazzo che, tra l’altro, soffre d’asma e ha crisi per un semplice raffreddore, quindi un soggetto a rischio”. Oggi Vincenzo frequenta l’Alfieri, e per ridurre il tragitto vive in casa di amici a Milano. Maria intanto aspetta: forse una scuola più vicina in futuro sarà disponibile ad accogliere un alunno in più.

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