Serie A, stop al campionato causa Coronavirus? Parla il prof. Guerra

Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms e membro del Comitato tecnico scientifico, spera che l’emergenza Coronavirus non comporti lo stop del campionato di Serie A.  

Il caso Genoa ha messo in subbuglio il mondo del calcio. E ora si discute della possibilità di rinviare alcune partite, o addirittura tutta la terza giornata in programma nel prossimo weekend, mentre il governo starebbe pensando a fermare la Serie A per due settimane. In un’intervista esclusiva a Calciomercato.it il Professor Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e membro del Comitato Tecnico Scientifico, ha affrontato la questione a partire dalla considerazione che “la curva cresce lentamente, ma progressivamente e ci dice chiaramente di agire ora per impedire che la situazione peggiori”.

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Il campionato di serie A ai tempi del Coronavirus

Il CTS, di cui Ranieri Guerra fa parte, ha detto no all’apertura fino al 25% della capienza degli stadi. “La decisione – spiega l’esperto – è stata di raccomandare di sospendere, per il momento, la discussione sulla riaperture degli stadi, perché sono state riaperte da poco le scuole, compresi i nidi e le università e, in più, il 50% della pubblica amministrazione è tornata al lavoro in presenza. Si tratta di venti milioni di persone che ogni giorno impegnano il trasporto pubblico, le mense e le strade, oltre che gli uffici e le strutture del paese. È indispensabile proseguire con cautela, come fatto egregiamente dal governo finora, seguendo la logica dei passi progressivi, valutando l’impatto di ciascuna riapertura sulla circolazione del virus dopo un periodo di incubazione”.

“In pratica – continua Guerra -, verso il 10 ottobre vedremo l’effetto della riapertura delle scuole. Dopo un altro periodo di incubazione, quindi verso la metà di ottobre, vedremo quanto il virus abbia ripreso a circolare nelle nostre famiglie, a causa delle riaperture. Sono convinto che non ci sarà necessariamente una forte impennata, ma la cautela è indispensabile anche per poter richiudere, sia pure temporaneamente, quanto non indispensabile, come già fatto con le discoteche. Tenere le scuole aperte è un dovere etico e tutti dobbiamo contribuire, anche il pubblico dei tifosi”.

Quanto all’ipotesi di uno stop del campionato dopo solo due giornate, Guerra non si sbilancia, ma rinnova l’invito alla massima cautela: “Spero di no, ma certamente è uno dei fattori di rischio che avevamo previsto con chiarezza e che puntualmente si sta manifestando. Questo virus contagia e si diffonde con una logica imprevedibile, non fa nessuno sconto. E anche se veniamo spesso accusati di essere Cassandre, ritengo che qualcuno la campanella d’allarme debba continuare a suonarla. Ricordando a tutti quale sia il rischio, che il molti altri luoghi del mondo continua a manifestarsi concretamente”.

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