Comunione negata al bimbo autistico, i genitori: “Non è giusto”

Il parroco di Poggioreale (Napoli), Don Antonio, ha negato la prima Comunione a Massimo, bimbo affetto da autismo.

Il dovere di ogni genitori cristiano è quello di educare i propri figli ai valori della religione. Questo dovere si esplica nell’insegnargli le basi dottrinali, nel portarlo in chiesa la domenica e nel fargli prendere i sacramenti. Esattamente questa era l’intenzione di una giovane coppia di genitori di Poggioreale. I ragazzi hanno abbracciato in pieno lo stile di vita cristiano e le promesse fatte in chiesa durante il loro matrimonio. Quando è nato il piccolo Massimo, dunque, hanno deciso di instradarlo ad una vita di fede, quindi lo hanno fatto battezzare e lo hanno portato ogni domenica in chiesa.

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Il piccolo è affetto da una forma grave di autismo, ma i genitori erano convinti che questo non comportasse alcun problema dal punto di vista del suo percorso religioso. Così, nei mesi scorsi, i due si sono informati su come potevano aiutarlo a seguire i catechismo, contattando anche un insegnante di sostegno che lo aiutasse durante le lezioni. Tuttavia i loro sforzi si sono rivelati vani, poiché il parroco locale Don Antonio, ha detto loro che il figlio non avrebbe potuto prendere la prima Comunione.

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Nega la prima comunione al bimbo autistico, i genitori: “Ha deciso al posto nostro”

A denunciare l’accaduto sono stati proprio i genitori del bimbo autistico durante l’ultima puntata di Pomeriggio Cinque. Visibilmente infastiditi dall’accaduto i due hanno spiegato alla D’Urso: “Massimo ha una disabilità grave, volevamo fargli fare la comunione presso la nostra parrocchia, insieme alla sorella. Don Antonio ha messo le mani avanti dicendo che non erano attrezzati per integrare mio figlio a catechismo e non gli ha voluto far fare le comunione”.

La madre del piccolo spiega come lei ed il marito avessero cercato di trovare una soluzione organizzativa. Il parroco, però, non ha voluto sentire ragioni: “Ha preso una decisione che a lui non spettava, ha deciso al posto mio e di mio marito. Abbiamo cercato io e mio marito, a nostre spese, di pagare un catechista per fargli seguire gli incontri. Padre Antonio ha deciso che mio figlio non fosse in grado di capire l’importanza del sacramento”.

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