Clan Moccia, prestiti al figlio di Gigi D’Alessio: “Non ci fanno respirare”

Scacco della Procura di Roma al Clan Moccia, prestiti con interessi al figlio di Gigi D’Alessio: “Non ci fanno respirare”.

(Instagram)

Ci sarebbe anche Claudio D’Alessio, figlio primogenito del noto cantante partenopeo Gigi D’Alessio, tra le vittime del Clan Moccia, sgominato oggi a Roma. Il figlio del cantante risulta titolare di una società di promozione musicale, la Music Life srl, e a quanto pare avrebbe chiesto soldi in prestito ad alcuni esponenti del clan di camorra.

Leggi anche –> Claudio D’Alessio, altre accuse dalla ex colf: “Io schiava e pagata in nero”

La Procura di Roma, che oggi ha sgominato il sodalizio criminale, ha evidenziato come la famiglia Moccia di Afragola avesse fatto nell’ultimo decennio importanti ‘investimenti’ nel tessuto sociale ed economico della Capitale. Un’infiltrazione a suon di estorsioni con il metodo mafioso e soldi in prestito a usura.

Leggi anche –> Gigi D’Alessio di nuovo nonno: il figlio Claudio aspetta un bambino

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Il figlio di Gigi D’Alessio vittima del Clan Moccia

gigi d'alessio figlio

I pm contestano esercizio abusivo del credito e sostengono che almeno tre persone, tra cui appunto il figlio di Gigi D’Alessio, “necessitavano dei prestiti”, che i Moccia concedevano, “pretendendo interessi variabili senza autorizzazione”. Un meccanismo nel quale appunto Claudio D’Alessio era rimasto impelagato: da quanto si apprende era debitore nei confronti del gruppo criminale di circa 30mila euro, ma sicuramente la somma che aveva richiesto in partenza era inferiore alla cifra maturata.

Il figlio del noto cantante se ne lamenta anche in un’intercettazione: “Se tu non blocchi un attimo la situazione e dai il tempo di respirare e di organizzarsi, qui non si andrà mai da nessuna parte, e quindi dico… cioè, non è che uno va a rubare la mattina che all’improvviso io ti posso chiudere”. Poi ancora: “Serve un attimo di respiro, fammi lavorare, fammi fare e poi si stabilisce un piano di rientro”. Il suo interlocutore è un suo amico, Marco Claudio De Sanctis, all’epoca amministratore del Mantova Calcio, che si era rivolto ai Moccia di fronte alle stesse difficoltà economiche.

Impostazioni privacy