Serena Grandi | i guai con la giustizia a ‘Live Non è la D’Urso’

L’attrice Serena Grandi a ‘Live Non è la D’Urso’ parlerà della sua controversia giudiziaria che la vede affrontare una condanna.

Serena Grandi Non è la D'Urso
Ospite Serena Grandi Non è la D’Urso Foto dal web

C’è Serena Grandi tra gli ospiti della puntata di domenica 27 settembre 2020 di ‘Live – Non è la D’Urso‘. Con tutta probabilità la 62enne attrice originaria di Bologna parlerà della sua controversia giudiziaria.

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Per la quale il tribunale di Rimini l’ha condannata ad una pena di 2 anni e 2 mesi a causa del fallimento di ‘Locanda Miranda’, il ristorante di sua proprietà (aperto nel 2013 e chiuso nel 2015) ed il cui nome intendeva omaggiare il personaggio da lei stessa interpretato nell’omonimo film di Tinto Brass del 1985. Tutto è partito dalla denuncia presentata da alcuni dipendenti, i quali hanno citato in giudizio Serena Grandi per dei mancati pagamenti. I giudici hanno emesso la sentenza sfavorevole all’attrice accusandola di bancarotta fraudolenta e di distrazione di beni societari dalle casse di ‘Donna Serena s.r.l. Inoltre gli stessi hanno riscontrato delle irregolarità riportate nei registri contabili. La Grandi ha annunciato ricorso in appello lamentando un caso di mala giustizia.

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Serena Grandi, la sua verità a ‘Live – Non è la D’Urso’

 

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Lei sostiene che i beni distratti erano di sua proprietà, fornendo la sua versione al quotidiano ‘La Repubblica’. “Infatti io ho denunciato la sottrazione di fondi riportati nei libri contabili. Invece mi hanno pignorato piatti, padelle, il letto di mio figlio e persino uno stendino. Poi ho provato a vendere il ristorante e ho fornito i libri contabili ad un potenziale acquirente, che però non me li ha più restituiti”. Ora non si sa più che fine abbiano fatto, da quanto risulta. Sempre Serena Grandi sostiene di avere sempre rispettato i pagamenti “settimanali dei dipendenti, tranne che per l’ultima settimana”. Tutto questo le sarebbe costato ben 700mila euro, “gli interi risparmi della mia carriera. Ho subito solo cattiverie su cattiverie. E neanche ho ricevuto alcuna comunicazione di questa condanna, l’ho saputo dai giornali. Questa non è giustizia”.

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