Ferrara, il post del comune genera una bufera: “Se sei ubriaca sei in parte responsabile dello stupro”

Il Comune di Ferrara è finito nella bufera dopo aver pubblicato un post in cui appariva che le donne ubriache fossero colpevoli degli stupri subiti.

Indignazione e rabbia hanno accompagnato un post recentemente pubblicato sulla pagina Facebook del Comune di Ferrara. In questo si leggeva: “Se sei ubriaca sei in parte responsabile dello stupro” e nella descrizione, invece di chiarire da dove veniva estratta quella affermazione,  si leggeva ancora: “L’assunzione di alcol e droghe ti rende in parte responsabile degli abusi che hai subito”. Scritto in questa forma il messaggio che passa è chiaro: la donna ubriaca ha delle responsabilità se qualcuno l’aggredisce e la violenta.

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Un messaggio molto grave, perché alimenta una becera cultura maschilista secondo cui la donna non dovrebbe vestirsi in un certo modo o ubriacarsi se non vuole fare pensare all’uomo che è disponibile al rapporto. Ma che diventa ancora più grave perché a farlo passare (sebbene non fosse quella l’intenzione) è un’istituzione che, al contrario, dovrebbe contrastare un simile pensiero e tutelare le donne abusate, in quanto sono solamente delle vittime della violenza maschile e non hanno alcuna responsabilità.

 

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Il Comune di Ferrara si scusa con le donne: cancellato il post

 

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Un post condiviso da Comune di Ferrara (@comunediferrara) in data:

Un clamoroso autogol quello del Comune di Ferrara che ha ovviamente scatenato una bufera social, con migliaia di donne che hanno palesato la propria indignazione per quel messaggio. Che si tratti di un errore grossolano di comunicazione è evidente, anche perché la campagna per la quale era stato pubblicato il post è patrocinata dall’Ue, dall’Emilia Romagna e dall’Onu e fa parte dell’Agenda 2030.

In seguito alle polemiche, infatti, il comune emiliano ha cancellato il post e l’ha sostituito con un altro nel quale spiega l’origine di quel virgolettato: “Il virgolettato si riferisce a una frase che, secondo l’Istat purtroppo pensa il 15% degli italiani”. Spiegazione alla quale vengono affiancate delle scuse: “Ci scusiamo se il post ha urtato la sensibilità dei cittadini o veicolato un messaggio controverso”.

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