Torino, Chiara Appendino condannata: “Resto sindaca, non mi dimetto”

Non si dimette dall’incarico la sindaca di Torino, Chiara Appendino, condannata a sei mesi nell’ambito del processo Ream.

(screenshot video)

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, condannata a sei mesi nell’ambito del processo Ream, ha annunciato che non lascerà la carica di primo cittadino del capoluogo piemontese. Una decisione che è stata annunciata pochi minuti dopo la sentenza.

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La Appendino, il cui mandato naturale scade nel 2021, ha spiegato a chiare lettere: “Porterò a termine il mio mandato da sindaca. Come previsto dal codice etico mia autosospenderò dal Movimento 5 stelle”.

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Di cosa era accusata Chiara Appendino, condannata oggi

Chiara Appendino è stata condannata perché accusata tra l’altro di falso ideologico. Sono invece cadute due accuse di abuso in atti di ufficio e una seconda di falso. Nel processo erano coinvolti altri esponenti di giunta e del suo entourage. Anche per loro, le condanne sono molto lievi. In particolare è giunta la condanna a sei mesi anche per l’assessore comunale al Bilancio, Sergio Ronaldo. Otto mesi, invece, per l’ex capo di Gabinetto Paolo Giordana.

Nata a Moncalieri, un comune della città metropolitana di Torino nel 1984, laureata in economia alla Bocconi, Chiara Appendino è stata eletta nel 2011 consigliera comunale di Torino con 623 preferenze con il M5S. Cinque anni dopo, si è presentata come candidata sindaca, vincendo con il 54,6% dei voti le elezioni amministrative nel capoluogo piemontese.

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