Coronavirus, nuovo studio: “L’epidemia è arrivata in Italia da Wuhan”

Secondo uno studio internazionale pubblicato su Science, il focolaio tedesco non è stato la fonte dell’epidemia di Coronavirus nel Nord Italia. 

Finora tutti abbiamo creduto che a portare il nuovo Coronavirus in Italia sia stato l’ormai celebre manager bavarese, ma a quanto pare ci sbagliavano. A dirlo è uno studio internazionale pubblicato su Science e condotto da un’équipe di ricercatori dell’Università dell’Arizona, che ha ricostruito il modo in cui il virus è arrivato negli Stati Uniti e in Europa, analizzando e comparando le sequenze dei ceppi circolanti ed elaborando modelli matematici ad hoc. Nel caso specifico dell’Italia, “contrariamente a quanto si è ipotizzato, il focolaio tedesco non è stato la fonte dell’epidemia nel Nord Italia che si è diffusa ampiamente in tutta Europa e alla fine a New York e nel resto degli Stati Uniti”.

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Influenza suina Cina

Il dibattito sull’origine del Coronavirus

Per ricostruire la genesi della pandemia, gli scienziati hanno utilizzato simulazioni al computer di quanto è (o potrebbe essere) avvenuto nella realtà. E’ così che si è arrivati al cittadino cinese volato a Seattle da Wuhan il 15 gennaio che sarebbe stato il primo paziente negli Stati Uniti a essere stato infettato dal nuovo Coronavirus e il primo a cui è stato mappato il genoma di Sars-CoV-2 (è stato chiamato “WA1”).

Solo 6 settimane dopo sono stati rilevati diversi nuovi casi nello Stato di Washington. Michael Worobey dell’Università dell’Arizona, a capo del team di colleghi di 13 istituti fra Usa, Belgio, Canada e Gb, spiega che si è testata l’ipotesi che il paziente WA1 avesse dato origine a un cluster di trasmissione che non è stato rilevato per 6 settimane. Sebbene i genomi campionati a febbraio e marzo condividano somiglianze con WA1, secondo gli esperti sono abbastanza diversi da rendere molto improbabile l’idea che WA1 sia stato all’origine dell’epidemia. Il lavoro indica invece una fonte diretta dalla Cina dell’epidemia negli Stati Uniti, proprio nel periodo in cui l’amministrazione Usa aveva rafforzato il divieto di viaggio dal paese orientale.

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