Coronavirus, Israele al secondo lockdown totale: è il primo Paese al mondo

Israele dal 18 settembre imporrà il secondo lockdown per il Paese per fermare la diffusione del Covid-19. Al momento è il secondo Paese al mondo.

Il prossimo fine settimana avrebbe dovuto essere un giorno di festa per gli israeliani, per festeggiare il Capodanno ebraico. Invece da venerdì il Paese di Israele diventerà il primo al mondo ad imporre una seconda chiusura totale per fermare l’epidemia.

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In Israele i casi di Covid-19 hanno superato i 4000 per due giorni di fila, con più di 500 morti. Il governo ha, pertanto, deciso per il blocco totale per il Paese per due settimane, coincidendo con le feste più importanti nel calendario ebraico, dal Rosh Hashana fino a Yom Kippur. Le scuole e le attività commerciali dovranno chiudere, ad eccezione di supermercati e farmacie, e i ristoranti potranno essere aperti soltanto per il take-away. Gli spostamenti, inoltre, saranno limitati a 500 metri dalla propria abitazione di residenza. A seconda dell’andamento dei contagi, dopo questa prima fase ne saranno previste altre due.

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Le critiche al premier Benjamin Netanyahu

I ministri hanno discusso per settimane sul da farsi e il medico incaricato di coordinare le operazioni anti Covid-19 proponeva di chiudere solo le città rosse, dove la diffusione del virus è fuori controllo. Il problema di queste 30 zone è la presenza per la maggioranza di comunità ultraortodosse o a maggioranza araba. I partiti ultraortodotti hanno minacciato il premier Benjamin Netanyahu di fargli saltare il governo se avesse imposto una chiusura per la comunità. I rabbini si sono ribellati sin dai primi giorni dell’epidemia a qualsiasi regola in grado di limitare lo studio nelle scuole religiose o gli assembramenti dei fedeli. E’ stata ampiamente criticata anche la data scelta per l’inizio del blocco, da venerdì prossimo: in grado di permettere al premier di volare a Washington per la firma dell’accordo con gli Emirati Arabi. Anche la gestione della crisi sanitaria è giudicata un fallimento, a maggio il governo sembrava avere la situazione sotto controllo, con i nuovi casi vicino lo zero. La riapertura è stata considerata affrettata e disordinata secondo gli esperti.

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