Viviana Parisi, la chiave del mistero è tutta nei certificati medici

Viviana Parisi, la chiave del mistero è tutta nei certificati medici. A sostenerlo è la famosa criminologa Roberta Bruzzone che espone la sua teoria sul settimanale Nuovo. 

viviana parisi

Proprio oggi sono emersi alcuni dettagli sugli ultimi messaggi inviati da Viviana Parisi al padre nei giorni immediatamente precedenti a quello che sembra a tutti gli effetti un omicidio-suicidio che ha coinvolto lei e suo figlio Gioele.

Leggi anche –> Viviana Parisi, gli ultimi disperati messaggi inviati al padre: “Ho paura”

Messaggi che denotavano seri problemi, tormenti e angosce della donna evidentemente in condizioni mentali ed emotive non idonee alla gestione di un bambino, condizioni che probabilmente andavano seguite con grande attenzione da chi le stava intorno e anche dai servizi sociali.

Leggi anche ->Viviana Parisi, la soluzione del giallo nelle analisi in corso su telefono e auto

La chiave del mistero nei certificati medici di Viviana Parisi

Roberta Bruzzone ha le idee chiare in merito: “Esiste una fonte di prova che si chiama analisi comportamentale. Abbiamo una serie di informazioni che possiamo ritenere affidabili e che ruotano attorno alle condotte di Viviana messe in atto il giorno in cui, a mio avviso, sono morti entrambi. Sappiamo che Viviana ha raccontato una bugia al marito e che ha portato con sè i certificati psichiatrici che descrivevano un grave disagio psicologico. Si tratta di un atto piuttosto significativo sotto il profilo psicologico”.

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Poi partendo dal presupposto che Gioele è stato visto vivo in braccio alla madre dopo l’incidente, la Bruzzone spiega: “Quindi il bambino è vivo e vegeto quando la madre scavalca il guard-rail. Quando avviene l’incidente Viviana potrebbe essere già entrata in una crisi dissociativa. Ciò che ha ucciso Viviana e Gioele (…) potrebbe essere scritto in quei certificati che lei teneva nel cruscotto dell’auto. Quella parte della sua mente ormai non le apparteneva più”.

Impostazioni privacy