Egitto, il 27enne siciliano fermato per traffico di droga torna a casa

Calogero Nicolas Valenza, il 27enne di Gela fermato per traffico internazionale di droga, ha annunciato ai suoi genitori che sta per essere rilasciato. 

“Mamma sto bene. State tranquilli. Aspetto che il magistrato firmi il mio rilascio e poi prendo l’aereo e torno in Italia”: queste le prime parole pronunciate da Calogero Nicolas Valenza al telefono con la propria famiglia dopo tre giorni di silenzio. Per il 27enne di Gela fermato dalla polizia egiziana appena giunto all’aeroporto del Cairo, in quanto indagato nell’ambito di una indagine per traffico internazionale di droga, è la fine di un incubo.

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La fine di un incubo per il giovane trattenuto in Egitto

Nei giorni scorso la madre di Calogero Nicolas Valenza, Rossana, 46 anni, casalinga, arrestato aveva rivolto un accorato appello “al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, perché intervenga con il governo egiziano e faccia tornare a casa mio figlio sano e salvo e nel più breve tempo possibile”. La sera del 23 agosto il 27enne era stato fermato dalla polizia con l’accusa di traffico di stupefacenti al Cairo, dove era giunto da Barcellona, città nella quale da 4 anni lavora come Pr per un’azienda promotrice di spettacoli, per andare a trovare una sua cara amica egiziana.

La famiglia del giovane aveva sempre smentito che le accuse sul possesso di droga. “Nicolas è un bravo ragazzo – ha detto la madre, difendendolo a spada tratta – un lavoratore onesto, incensurato”. Ma prime notizie giunte dall’Egitto erano preoccupanti: il reato contestato al 27enne è punito in quel paese anche con la pena di morte e i costi per avviare un mandato difensivo di fiducia possono arrivare a 100mila euro. Per una famiglia che vive solo con lo stipendio da metalmeccanico del papà, Angelo Valenza, 50 anni, non c’era da dormire sonni tranquilli.

Secondo quanto ricostruito dalla famiglia del giovane e dal suo legale, l’arresto, eseguito nell’ambito di un’inchiesta su un gruppo di ragazzi di varie nazionalità per traffico di sostanze stupefacenti, sarebbe scattato dopo che uno di loro aveva fatto il nome di Nicolas. La Farnesina, a cui si sono rivolti i coniugi Valenza tramite l’avvocato Nicoletta Cauchi, ha subito attivati i canali diplomatici per tutelare i diritti del ragazzo e, dopo una serie di contatti e verifiche avviate dall’ambasciata italiana, la posizione del 27enne sarebbe stata rivalutata.

EDS

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