Totò Savio, chi era: vita privata, carriera, curiosità sul grande musicista

Totò Savio è stato un artista della musica sensibile e creativo come pochi altri. Ecco tutto quel che c’è da sapere su di lui. 

Compositore, arrangiatore, paroliere, ma anche cantante, musicista e produttore discografico: Totò Savio è stato tutto questo e molto altro ancora. Il grande artista, tra i componenti e fondatori degli Squallor, ha firmato alcuni dei più grandi successi discografici della musica leggera italiana, tra cui Cuore matto, Un gatto nel blu, Vent’anni, Erba di casa mia, Lady Barbara, M’innamorai, Miele, Perché ti amo, Maledetta primavera. Conosciamolo più da vicino.

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L’identikit di Totò Savio

Gaetano Savio, meglio noto come Toto o Totò Savio o con l’alias di Antonio Rosario, nasce a Napoli il 18 novembre 1937. Comincia a suonare la chitarra fin da bambino, esibendosi già a 12 anni in feste di matrimonio e in altre occasioni e, dopo aver notevolmente affinato la tecnica, nel 1955 riceve la proposta da parte di Marino Marini di entrare nel suo complesso. Così, appena 17enne, inizia a esibirsi in tutta Europa con il celebre quartetto.

Durante un tour in Francia conosce la cantante Jacqueline Schweitzer, con cui si fidanza e che poco tempo dopo sposa, rimanendole legato per tutta la vita. Dopo il matrimonio decide di abbandonare il quartetto di Marini e forma un suo complesso, debuttando nel 1961 con il 45 giri Balla con me/Good Night My Baby. Nel 1967 scrive quello che diventa il suo primo grande successo, Cuore matto: la canzone viene presentata al Festival di Sanremo 1967 da Little Tony e Mario Zelinotti e, pur non vincendo, diventa uno dei più grandi successi di quell’edizione del festival e uno dei brani più rappresentativi del cantante sammarinese.

Seguono numerosi altri successi come autore: nel 1969 Addio felicità, addio amore per Caterina Valente , l’anno successivo Vent’anni per Massimo Ranieri, e sempre per quest’ultimo Erba di casa mia (che vince l’edizione di Canzonissima), nel 1970 Lady Barbara, incisa da Renato dei Profeti, quindi Perché ti amo, cantata dai Camaleonti (entrambi vincitori di Un disco per l’estate).

Dal 1975 al 1978, Savio produce assieme a Giancarlo Bigazzi il popolare complesso pop-rock de Il Giardino dei Semplici, nome di punta del filone romantico della musica italiana e napoletana, con 4 milioni di copie vendute. Nel 1971, insieme a quattro colleghi (Daniele Pace, Giancarlo Bigazzi, Alfredo Cerruti ed Elio Gariboldi) dà vita agli Squallor, che in breve tempo diventa un gruppo di culto nella scena della musica leggera italiana. Nello stesso periodo Totò Savio continua l’attività di compositore (collaborando spesso con Franco Califano) e di arrangiatore, oltre che di musicista in proprio e autore di sigle televisive. Non solo: forma un duo con la moglie (I San Francisco) lanciando la famosa canzone Da lunedì e l’album Ma che avventura è nel 1979.

Nel 1981 Savio scrive una delle sue canzoni più note, Maledetta primavera, presentata da Loretta Goggi al Festival di Sanremo 1981 e seconda classificata, che diventa il 45 giri più venduto di quell’edizione. L’anno dopo presenta all’Ariston Una rosa blu,  che non ottiene un grande riscontro al momento dell’uscita ma poi diventa uno dei brani più noti cantati da Michele Zarrillo (di cui Savio in quel periodo è produttore). Nello stesso periodo dirige l’orchestra della Rai in moltissime trasmissioni televisive.

Nel 1990 gli viene diagnosticato un tumore alla gola: a seguito dell’operazione perde la voce, ma rimane attivo come musicista e compositore. Nel 1993, insieme a Victor Sogliani, Vincenzo Restuccia, Lelio Luttazzi e Sergio Coppotelli, fonda i Linea Kids. Gli ultimi anni della sua vita trascorrono tra malattie e ospedali, a causa di una cirrosi epatica causata da una trasfusione di sangue infetto che degenera poi in un tumore al fegato; sempre assistito dalla moglie Jacqueline, muore a Roma il 25 luglio 2004.

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