Massimo Galli, affondo sulla scuola: “Così il Coronavirus non si sconfigge”

Il virologo Massimo Galli è scettico sull’utilità dei banchi singoli: a suo avviso nelle scuole servono piuttosto presidi sanitari. 

L’infettivologo Massimo Galli, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, boccia il ricorso ai banchi singoli nelle prossime settimane a scuola. “Dobbiamo essere capaci di controllare la situazione a scuola – spiega a Timeline, su Sky Tg24 -. Il distanziamento tra i bambini e anche tra i ragazzi è veramente complesso da realizzare in maniera completa ed efficace. Non credo nei banchi come soluzione, vista anche la nostra miserevole edilizia scolastica e i limitati spazi di cui disponiamo. Credo che si debba, invece, ripristinare dei presidi sanitari a scuola”.

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Il monito di Massimo Galli in vista del ritorno in classe

Secondo Massimo Galli è “meglio investire su rifare i tetti che in tutti questi banchi”. C’è bisogno di “presidi sanitari”, ribadisce, per “prendere la misurazione delle febbre dei ragazzini, avere in mano la scheda sanitaria dei ragazzini, perché farla costa meno ed è meno faticoso di fare i banchi, per avere la possibilità di seguire le loro condizioni fisiche. Nei Paesi civili si vaccinano per l’influenza anche i bambini, ma da noi no, e questo punto andrebbe preso in considerazione per togliere di mezzo almeno la metà delle sindromi febbrili che i ragazzi e i bambini hanno nei mesi invernali”.

E aggiunge: “Andare a trovare i medici e gli assistenti sanitari per questa operazione non è impossibile e questo potrebbe essere uno strumento veramente importante, non solo per il discorso del Covid”. Quanto al vaccino, “l’obbligatorietà è uno strumento per raggiungere l’immunità di gregge, quindi si deve definire in primo luogo quante persone devono essere vaccinate in una popolazione perché tutta la popolazione sia protetta e poi si deve perseguire questo obiettivo e per perseguirlo può essere necessario imporre un’obbligatorietà alla vaccinazione”. “Parlare oggi di obbligatorietà del vaccino non ha senso compiuto – conclude Galli – perché il vaccino non c’è e quando ne avremo un certo numero di dosi le avremo probabilmente all’inizio contingentate per determinati gruppi di popolazione”.

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