Scandalo Bonus Inps, la consigliera comunale di Milano si autodenuncia

Scandalo Bonus Inps, la conigliera comunale Anita Pirovano si autodenuncia su Facebook: “Non vivo di politica perché non voglio e non potrei”.

Anita Pirovano, consigliera comunale di Milano per “Milano progressista”, dopo la tormenta scoppiata intorno allo scandalo dei Bonus Inps dedicati a chi ha subito perdite a causa del Covid,  si è autodenunciata in un post pubblicato su Facebook. Anche il suo nome, infatti, compare tra quelli di tutti i personaggi politici che hanno deciso di richiedere soldi allo Stato. “Apprendo da Repubblica online che sarei coinvolta nello scandalo dei “furbetti del bonus” e mi autodenuncio. Non vivo di politica perché non voglio e non potrei. Non potrei perché ho un mutuo, faccio la spesa, mantengo mia figlia e, addirittura, ogni tanto mi piace uscire e durante le ferie andare in vacanza” ha scritto sul suo profilo, giustificando la decisione di richiedere anche lei il bonus. La Pirovano spiega che oltre ad occuparsi di politica continua a dedicarsi alla carriera di psicologa e ricercatrice sociale, autonomamente, e che dunque ha tutti il diritto di richiedere un sostegno dedicato ai lavoratori italiani.

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Anita Pirovano, consigliera comunale milanese di autodenuncia su Facebook per aver richiesto il Bonus Covid

Anita Pirovano ha scritto: “Qualcuno, magari anche più lucido e meno incazzato di me, mi spiega perché da lavoratrice (e la politica non è un lavoro per definizione) non avrei dovuto fare richiesta di una misura di sostegno ai lavoratori destinata perché faccio anche politica? Considerato ovviamente che pur lavorando tanto ed essendo componente di un’assemblea elettiva (il che non mi garantisce né un’indennità né banalmente i contributi Inps) ho un reddito annuo dignitoso e nulla di più”. Sarebbe assolutamente giustificata, dunque, secondo la consigliera, la sua richiesta di soldi allo Stato. Conclude: “Mi arrabbio ancor più se penso che nel calderone dei 2mila probabilmente sarà stato tirato in causa anche qualche sindaco (accomunato ai parlamentari o ai consiglieri regionali dal comune impegno politico, ma non dal conto in banca) di un piccolissimo comune con una grandissima responsabilità pubblica e un’indennità di poche centinaia di euro annue”.

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