Padre disperato: “Il video malato dell’omicidio di mia figlia è ancora sul web”

La battaglia di Andy Parker continua. L’uomo chiede a gran voce una legge che renda illegale la pubblicazione di clip raffiguranti omicidi sul web.

Il papà Andy Parker chiede a gran voce nuove leggi che rendano illegale la pubblicazione sul web di video che mostrano degli omicidi. La sua battaglia è nata dopo che sua figlia, la giornalista televisiva Alison Parker, è stata uccisa durante una trasmissione nel lontano 2015.

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Un padre, la cui figlia è stata assassinata in diretta televisiva, ha espresso la propria rabbia sulle piattaforme online Facebook e YouTube. I filmati della morte di Alison, a distanza di 5 lunghi anni, vengono ancora pubblicati sul web. L’uomo, affranto, ha dichiarato che Google gli avrebbe comunicato di dover guardare i video traumatici e denunciarli direttamente, per poterne ottenere la rimozione.

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Il signor Parker, un attivista per la riforma delle armi, sostiene che la pubblicazione di filmati ritraenti omicidi malati dovrebbe a tutti gli effetti essere illegale. Sua figlia, la giornalista Alison Parker, è morta mentre conduceva una trasmissione nell’Agosto del 2015 in Virginia, e le clip che immortalano il momento della sua morte sembrerebbero ancora in circolazione.

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Di fronte alla continua pubblicazione degli scioccanti filmati che raffigurano l’omicidio della figlia, papà Parker si è messo in azione per garantirne la rimozione. I suoi sforzi si sono però rivelati vani. L’uomo ha contattato sia Facebook che Youtube tramite la CNN, ed entrambe le compagnie hanno risposto che avrebbero immediatamente provveduto. A distanza di cinque anni però, i filmati della sparatoria che hanno visto come vittima Alison Parker continuano ad essere pubblicati.

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Le parole di Andy Parker: “Volevano che guardassi l’omicidio di mia figlia”

Andy Parker ha denunciato pubblicamente i siti che continuano a permettere la pubblicazione dell’omicidio di sua figlia. “Non hanno fatto abbastanza”, ha dichiarato. Inoltre l’uomo ha raccontato che, a quanto pare, Google sembrerebbe avergli comunicato di dover guardare i video e segnalarli di persona per permetterne la rimozione.  “Volevano che guardassi l’omicidio di mia figlia e che spiegassi perché doveva essere rimosso”, ha detto. “Non l’ho mai fatto e non guarderò mai nessuno di quei video”.

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