Madre urla dalla finestra mentre il suo assassino cerca di tagliarle la testa

Madre urla dalla finestra mentre il suo assassino cerca di tagliarle la testa. La donna ha cercato in tutti i modi di opporsi alla violenza, fino al momento in cui il suo carnefice si è avventato su di lei.
Madre urla

La donna era madre di due figli, ex militare, sportiva, appassionata di arrampicata e piena di vitalità. Negli ultimi anni, lontana dalla sua vita militare, aveva affogato nell’alcol la propria insoddisfazione. L’uomo che l’ha aggredita, Brian Manship, ha compiuto sul suo corpo una terribile e brutale violenza.

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Madre urla dalla finestra e tenta con tutte le sue forze di opporsi alla violenza, mentre il suo assassino cerca di tagliarle la testa

Aveva 38 anni Sarah Hassall, era originaria di Chelmsford, nell’Essex ed era madre di due bambini, Owain, di 10 anni ed Evan, di otto. La donna è morta dopo una lotta condotta con il suo assassino, Brian Manship. Il suo corpo è stato trovato nudo e segnato da 22 ferite da arma da fuoco. L’uomo aveva tentato di decapitarla con un coltello da cucina.

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Manship, probabilmente sotto effetto di droghe, è stato rintracciato circa 10 ore dopo dalle forze dell’ordine in un bosco.
La donna aveva conosciuto il proprio assassino a Pontypridd, nella zona meridionale del Galles, nelle prime ore del mattino e aveva deciso di tornare con lui nel suo appartamento per avere un incontro sessuale e fare uso di droghe.

E’ stato Philip Iveson, vicino di casa dell’uomo a sentire, il mattino successivo, delle urla provenire dall’appartamento di Manship. Iveson ha raccontato di aver visto la donna dalla finestra che implorava l’uomo di lasciarla andare, anche promettendo di concedersi nuovamente a lui e chiedendo terrorizzata di aiutarla.

Gli inquirenti hanno dichiarato che sul luogo del delitto i capelli della donna erano sparsi ovunque, come se fosse stata trascinata per l’appartamento. Sarah si trovava nuda sul pavimento coperta solo dalle calze e dal sangue. Il medico legale ha anche affermato che sembrava che il collo della donna fosse stato violato nel tentativo di decapitarla.

Manship, fuggito nei boschi dopo l’assassinio, ha dichiarato alla polizia che aveva dato avvio all’attacco dopo aver accusato la  donna di aver cercato di rubargli il suo coltello. L’uomo ha dichiarato di essere contento di essere stato arrestato dalla polizia e ha confessato l’assassinio che gli costerà il carcere a vita con una pena minima fissata a 20 anni.
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