Uccide la fidanzata | confessa alla polizia | gli agenti non gli credono

Va alla polizia e confessa tutto: uccide la fidanzata descrivendo tutto quanto compiuto, eppure i poliziotti non credono alla versione di quest’uomo.

Uomo uccide la fidanzata
Un uomo uccide la fidanzata ma la polizia non gli crede Foto dal web

Lui si presenta in commissariato e confessa tutto: un uomo uccide la fidanzata ma non viene creduto. Questa la vicenda. Caitlin O’Brien, di 31 anni, aveva conosciuto il coetaneo Shea Sturt al liceo e da allora si erano messi insieme. Lui però era un tossicodipendente e la giovane era ben consapevole dei problemi che questo aspetto portava in maniera nefasta nella loro relazione.

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Più di una volta aveva provato ad allontanarsi dall’uomo, ma senza mai riuscirci. Lei lavorava come infermiera e viveva in un appartamento di Melbourne, in Australia. Per via del suo lavoro aveva sviluppato una indole molto altruista e premurosa. Ed il primo a ricevere sostegno era proprio il suo compagno. Eppure lui la pestava, al punto che Caitlin arrivava molte volte al lavoro piangendo e con dei lividi evidenti su di sé. Per via di questi maltrattamento, Sturt era finito più volte in tribunale. Nel 2008 lei lo denunciò per poi ritirare tutto. Mentre nel 2010 lui le tirò i capelli e la colpì a pugni in testa svariate volte, allora Caitlin scappò di casa richiedendo per il suo fidanzato aiuto psicologico. Alla fine ci sono state ben 30 visite al medico di famiglia per via di maltrattamenti.

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Uccide la fidanzata: “Dovevo farlo per il mio bene”

Sturt in tribunale invece disse che “aveva bisogno di uccidere la sua fidanzata prima ancora di sé stesso”. All’uomo era stato dato un aiuto psichiatrico obbligatorio per evidenti problemi di salute mentale. Alcuni esami clinici hanno poi confermato che era in atto un caso di schizofrenia aggravato dal suo abuso di cannabis. Durante una terapia ha poi ammesso le proprie responsabilità. Del resto la ragazza sapeva che solo lei poteva badare a Sturt, il quale era disoccupato ed impossibilitato a svolgere qualsiasi lavoro. Dopo altre aggressioni, alla fine l’uomo delirando affondò delle forbici nel petto della sua compagna per 5 volte, per poi finirla soffocandola con un cuscino. Solamente 36 ore prima le aveva scritto un messaggio: “Non ti farei mai del male”. Subito dopo lasciò la carta di credito della giovane appena ammazzata sul suo petto. Come a dire che ora lui non gli doveva più niente.

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Gli agenti non hanno creduto alla versione dell’omicida

Poi, dopo una doccia, è andato alla stazione di polizia dicendo di avere compiuto un orrendo delitto. E nonostante uccide la fidanzata in modo brutale, la polizia non gli crede. La storia clinica di Sturt era tale da farlo passare facilmente per mitomane. Ma poi un controllo fatto qualche ora dopo da alcuni agenti aveva accertato che purtroppo era tutto vero. “Uccidere Caitlin era necessario per me e la cosa più giusta da fare”, ha poi ammesso lo squilibrato. A giugno scorso lui ha ricevuto una condanna a 22 anni di carcere, con alcune attuanti per infermità mentali. E tra 16 anni potrà avanzare richiesta per la libertà vigilata. Riconosciuta anche la forte influenza giocata dalla cannabis, che ha più volte offuscato la mente di Sturt.

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