Elena Ceste, il marito rivela: “Sui vestiti il DNA del vero assassino”

Il marito di Elena Ceste sostiene che sui vestiti della donna si troverebbe il dna del vero assassino e chiede che vengano fatte nuove analisi.

Il caso di omicidio di Elena Ceste si è concluso con la condanna definitiva del marito Michele Buoninconti a 30 anni di carcere per omicidio e occultamento di cadavere. La donna era scomparsa nel gennaio del 2014 ed il suo corpo nudo è stato trovato nelle acque del Rio Mersa nel novembre dello stesso anno, a meno di un chilometro di distanza dalla sua abitazione a Costiglione d’Asti. Il marito è stato da subito uno dei sospettati per la scomparsa di Elena. Durante le indagini è emerso, infatti, che la donna si sentiva con altri uomini e si è pensato che il movente dell’omicidio potesse essere la gelosia.

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Buoninconti si è sempre dichiarato innocente ed ha dichiarato agli inquirenti che il giorno della scomparsa di Elena ha trovato dei vestiti in giardino. La sua ipotesi era che la moglie fosse in stato confusionale, si fosse denudata e fosse uscita di casa in quel modo. Le tracce trovate durante le analisi dei vestiti hanno smentito questa ipotesi. In laboratorio sono state trovate tracce di terriccio compatibile a quello del Rio Mersa su pantaloni e collant, mentre non sono state trovate tracce di erba riconducibili al giardino in cui l’uomo dice di averli trovati. L’ipotesi degli inquirenti, dunque, è che Michele li abbia presi da un cassetto con le mani ancora sporche di terriccio e li abbia gettati nel giardino per depistare le indagini.

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Elena Ceste, il marito prova a discolparsi: “Sui vestiti c’è il dna del vero assassino”

Mentre sconta la sua condanna nel carcere di Alghero, Buoninconti continua a cercare di dimostrare la sua innocenza. L’uomo di recente ha assunto una squadra composta da un legale, una criminologa, un biologo e un’agenzia di investigazioni private allo scopo di trovare una prova che gli permetta di ottenere una revisione del processo. Di recente il genetista Eugenio D’Orio, nuovo procuratore speciale di Buoninconti, ha spiegato al settimanale ‘Giallo’ che l’intenzione del team di difesa è quello di riesaminare varie prove del caso, tra cui i vestiti di Elena.

L’esperto ha spiegato: “Ravvisando che la mancata ricerca di tracce di DNA sui vestiti di Elena Ceste rappresenti una grave lacuna investigativa, ho chiesto ed ottenuto dall’autorità giudiziaria l’accesso a detti reperti”. Lo scopo è quello di trovare tracce di dna di un altro uomo così da poter richiedere la revisione del processo. L’idea della squadra assemblata da Buoninconti è che l’assassino possa essere un amante di Elena. A spiegarlo è la criminologa Anna Vagli, che al settimanale ha dichiarato: “Stiamo battendo una precisa pista investigativa che crediamo possa far luce su quanto successo ad Elena Ceste”. Per l’esperta è inammissibile che non si siano cercate tracce di DNA e dalle nuove analisi si attende di trovare prove concrete sull’innocenza dell’assistito.

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