Stati Uniti, hackers cinesi rubano informazioni sul vaccino Covid-19

Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti una coppia di hackers cinesi avrebbero rubato informazioni importanti per quanto riguarda il vaccino di Covid-19.

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Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato due cittadini cinesi di aver violato la privacy delle ricerche condotte da investigatori statunitensi sulla pandemia di coronavirus: i cyber hacker avrebbero attaccato le aziende biotecnologiche che stavano lavorando per trovare il vaccino utile contro il Covid-19. Li Xiaoyu, 34 anni, e Dong Jiazh, 33 anni, due ex studenti di ingegneria, avrebbero inoltre partecipato a una campagna di cyber-spia durata anni, accedendo ad armi e informazioni sulla progettazione di droghe. Gli imputati, secondo Washington, hanno agito a proprio vantaggio, ma anche per il Ministero della sicurezza dello Stato (MSS), l’agenzia d’intelligence cinese. La dichiarazione congiunta ha detto che “il possibile furto di queste informazioni mette a rischio la scoperta di opzioni di trattamento sicure, efficaci ed efficienti”. L’ambasciata cinese a Washington, d’altro canto, ha condannato le accuse chiamandole “bugie”.

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Hackers cinesi rubano informazioni sul vaccino per Covid-19

L’accusa sostiene che Li e Dong negli ultimi mesi “hanno indagato sulle vulnerabilità delle reti biotecnologiche e di altre aziende pubblicamente note per il loro lavoro sui vaccini Covid-19, i trattamenti e la tecnologia di test”. Non sono stati rivelati i nomi delle società, ma sappiamo che alcune di loro hanno sede in California, Maryland, Washington, Texas, Virginia e Massachusetts. Gli imputati al momento non sono in custodia, e le autorità hanno riconosciuto che è improbabile che metteranno mai piede in un tribunale statunitense. Il vice procuratore generale John Demers, il più alto funzionario del Dipartimento di Giustizia per la sicurezza nazionale, ha detto che “la Cina, insieme a Russia, Iran e Corea del Nord, si sono uniti a quel vergognoso club di nazioni che forniscono un rifugio sicuro per i criminali informatici in cambio di lavoro a beneficio dello stato”.

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