Chi ha ucciso Paolo Borsellino: la verità sulla strage di Via D’Amelio

Chi ha ucciso Paolo Borsellino: la verità sulla strage di Via D’Amelio. Sono trascorsi 28 anni da quel tragico giorno e ancora oggi moltissimi sono gli interrogativi sulla morte del magistrato siciliano.
Paolo Borsellino

Dopo molti anni dalla sua scomparsa, si torna a parlare della strage nella quale perse la via Borsellino. L’interrogativo che risuona più forte ancora oggi è chi sia stato ad aver ucciso il magistrato e gli agenti della sua scorta quel 19 luglio di 28 anni fa.

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Paolo Borsellino, chi ha ucciso il magistrato siciliano? Gli interrogativi sulla strage di Via D’Amelio

Trascorsi 28 anni dalla sua morte, ancora oggi si parla di ciò che è rimasto privo di risposta in tutti questi anni per quanto riguarda la strage di via D’Amelio.
Di certo il ruolo primario in questa tragica vicenda fu quello di Cosa nostra. Eppure ancora oggi non conosciamo il nome di colui che premette il pulsante dell’autobomba che produsse quella strage.

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Alcuni pentiti parlarono del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano ma non si sa con certezza se sia questa o meno la verità.
Alcuni elementi, come per l’uccisione di Giovanni Falcone, portarono a pensare che ci fu chi operò in quella strage al fianco di Cosa nostra. Il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza parlò a più riprese della presenza nelle fasi di organizzazione della strage di qualcuno non appartenente a Cosa nostra.

Si parlò inoltre di un tentativo di depistaggio da parte degli investigatori dell’epoca, guidati da Arnaldo La Barbera, non più vivente. Secondo i giudici furono loro a creare i falsi pentiti come Vincenzo Scarantino. Proprio quest’ultimo aveva dichiarato che era stato nella autocarrozzeria di Giuseppe Orofino che il mezzo era stato riempito di esplosivo. Carrozzeria dalla quale proveniva la targa apposta sulla macchina della strage, come ammetterà successivamente Spatuzza.  Come poteva allora Scarantino conoscere alcuni particolari del genere? Probabilmente, secondo i giudici, li apprese da altre fonti rimaste nell’ombra. Inoltre i collaboratori di giustizia parlarono di mandanti esterni per le uccisioni dei due magistrati nel 1992. Durante il Borsellino-ter inoltre emersero alcuni nomi di esponenti politici dalle accuse dell’ex boss di Porta Nuova Totò Cancemi. Esponenti di un nuovo partito verso il quale secondo le accuse Cosa nostra nutriva aspettative politiche.

Ed un altro grande mistero che continua ad aleggiare sulla morte di Borsellino è la scomparsa da subito di quella sua agenda rossa dalla quale mai il magistrato si separava. E nella quale erano riportati tutti i suoi appunti sulle indagini che stava seguendo e nella quale probabilmente aveva anche descritto quanto aveva appreso sulla morte di Falcone.

Ancora oggi, a 28 anni dalla morte del magistrato, moltissime sono le domande e gli interrogativi su quanto sia effettivamente accaduto quel 19 luglio del 1992 e chissà se il futuro ci rivelerà ciò che resta ad oggi avvolto nel più intricato mistero.
Paolo Borsellino

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