Stefano Coletta, sulla gayzzazione di Rai1: “Che ce ne frega”

A parlare è il direttore di Raiuno, Stefano Coletta, che commenta le polemiche e le definizioni di quella che è stata soprannominata ‘Gay1’. 

Recentemente si sta parlando di Raiuno e dei suoi cambiamenti, partendo con un post di Mario Adinolfi che riteneva la prima rete del servizio pubblico stesse compiendo un processo di omosessualizzazione, ad un commento sui social del discografico Alberto Salerno che diceva: “Ma com’è che su Raiuno ci sono un sacco di gay? E poi dicono che la lobby gay non esiste“, al quale la moglie Mara Maionchi aveva risposto duramente.

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All’incontro con la stampa per la presentazione del programma condotto da Monica Maggioni, “Sette Storie“, ha detto la sua il direttore di Raiuno, Stefano Coletta: “Tutto vorrei tranne che leggere ‘Gay1’, ‘Rai1 gay’. Questa storia della ‘gayzzazione’ di Rai1, in riferimento a tutte le persone chiamate dal precedente direttore, Teresa De Santis, può indurre a una riflessione: che caccio ce ne frega“. E’ stato molto chiaro Coletta, non gli piace affatto il modo in cui stanno definendo la rete e prosegue così: “Tutti i conduttori cui si fa riferimento in tutti gli articoli, anche in maniera gratuita, sono nomi indicati in maniera dispregiativa per la loro inclinazione sessuale, che io peraltro non conosco, sono stati scelti dal precedente direttore di Rai1“.

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L’opinione del direttore di Rai1 su ‘Gay1’

Per Stefano Coletta, il direttore di Rai1, chi cerca di usare i nomi di alcuni conduttori per fare dei riferimenti alla sua vita privata, sbaglia di grosso. Si definisce un uomo libero al quale non interessano le chiacchiere su questi temi. “Tutto ciò è materia che non mi interessa e non interessa questa rete. Di fronte alle persone non mi chiedo mai con chi vanno a letto. Mio padre, a 80 anni, mi chiedeva se i personaggi televisivi fossero sposati o meno, ed era nato nel 1920. Nel 2020, dopo cento anni, io mi occuperei del livello culturale delle persone, giudicherei i conduttori per la loro professionalità“.

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