Tso per positivi al Coronavirus: cosa prevede la legge

Si scatena il dibattito dopo le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: possibile il Tso per positivi al Coronavirus, cosa prevede la legge.

(Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

In questi giorni, alcune frasi del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, hanno alimentato il dibattito rispetto alla necessità di ricorrere a cure mediche senza il consenso del paziente in caso di positivi al Coronavirus.

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Il governatore veneto ha sottolineato la possibilità di poter ricorrere al ricovero coatto in caso di soggetti positivi al Coronavirus. Il Tso, insomma, viene visto da Zaia come uno strumento adeguato per ricoverare i positivi al virus, qualora questi rifiutino le cure.

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Come funziona il Tso per positivi al Coronavirus

Alle parole di Zaia si aggiungono quelle di Nino Cartabellotta, medico e Presidente della Fondazione GIMBE, il quale ha sottolineato: “Ma se le leggi esistono già perché non si applicano invece di discutere e valutare?”. Stando alle sue parole, il Tso è già previsto di fronte a casi in cui si rifiuti un ricovero per malattia infettiva in corso. Ma cosa prevede nello specifico la legge?

La legge 833/1978 che regolamenta le competenze in materia considera di competenza dello Stato la profilassi delle malattie infettive e diffusive, incluse quelle che prevedono una quarantena. Questa condizione rispecchia la possibilità di portare a termine una prestazione medica senza il consenso del paziente. Ciò può dunque avvenire anche se il Tso è nato in ambito psichiatrico e spesso a questo ricondotto in maniera esclusiva.

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