Pilota d’aereo uccide la figlia di un anno: era ubriaco, caso sconvolgente

Pilota della compagnia aerea Hong Kong Airlines uccide la figlia di un anno: era ubriaco, i dettagli del caso sono davvero sconvolgenti.

Un pilota della compagnia aerea Hong Kong Airlines è accusato di aver ucciso sua figlia in preda alla rabbia, da ubriaco, sbattendole la testa contro le pareti di un hotel in Kazakistan. Il pilota Mohamed Barakat, 41 anni, avrebbe picchiato anche la giovane moglie prima di ferire mortalmente la figlia Sofia, di un anno, dopo aver bevuto tutta la notte. Barakat è stato arrestato e accusato dopo che la moglie Madina Abdullayeva, 22 anni, è stata trovata sconvolta nella hall dell’Hotel Intercontinental di Almaty, dove piangeva e chiedeva aiuto urlando. Barakat rischia fino a 20 anni di carcere per omicidio, ma sostiene che il caso contro di lui sia stato “inventato” dalla polizia di Almaty.

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Pilota d’aerei uccide la figlia di un anno da ubriaco

Barakat avrebbe aggredito sua figlia dopo essere tornato da una notte passata fuori a bere. Il pilota avrebbe chiesto alla moglie di chiamare la compagnia aerea per cui lavorava per comunicare che era malato: la risposta della Hong Kong Airlines lo avrebbe fatto infuriare a tal punto che l’uomo ha iniziato a prendere a pugni la donna. Secondo quanto riportano le accuse, Barakat avrebbe colpito Madina alla testa ripetutamente prima che lei riuscisse a scappare in corridoio. Sofia si è svegliata a causa delle urla dei genitori, così il pilota ha scatenato la sua folle rabbia contro la piccola. “Si è avvicinato alla culla della bambina, ha preso in mano la figlia e le ha sbattuto con forza la testa contro i muri e le porte della stanza d’albergo”, spiega l’atto d’accusa della Corte. “Dopo essersi assicurato che Sofia non mostrasse più segni di vita, l’ha lasciata sul pavimento vicino alla porta d’ingresso della camera d’albergo”. Gli esperti forensi hanno spiegato che la bambina ha subito diverse ferite, e non ha avuto alcuna possibilità di sopravvivere: il suo cranio era fratturato e il suo cervello era stato “schiacciato”.

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Gli avvocati di Barakat sostengono che il caso sia stato inventato, dal momento che non sono state rilevate prove incontestabili per dimostrare la colpevolezza dell’uomo per la morte della sua unica figlia. L’avvocato Tair Nazkhanov ha dichiarato: “I rapporti degli esami forensi hanno indicato che non c’erano impronte digitali e DNA di Mohamed sul corpo della bambina, il che significa che quel giorno non ha nemmeno toccato Sofia”. Un campione di sangue trovato nella camera d’albergo, tra l’altro, è risultato NON appartenere alla bambina. Gli avvocati di Barakat chiederanno che il caso sia rinviato al pubblico ministero per un ulteriore esame.

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