Incidente d’auto, muore 17enne | La madre: “Io le urlavo contro”

Olivia, 17 anni, è morta un anno fa in un’incidente d’auto. Oggi i genitori raccontano il tragico episodio: “io le urlavo contro”, dice la madre.

Oggi, un anno fa, la vita di Jo e Mesut Alkir è stata straziata quando la loro unica figlia Olivia è morta in un incidente stradale. Edward Ryan Bell, 17 anni, aveva superato l’esame di guida solo il giorno prima dell’incidente. Era l’auto di Bell quella su cui viaggiava Olivia quando è stato coinvolta in uno scontro frontale. Nel frattempo la madre di Olivia era fuori a fare shopping: il telefono squillò, e la notizia più terrificante che qualsiasi genitore potesse sentire le risuonò nelle orecchie. “Jo, è meglio che ti sbrighi, c’è stato un incidente. E’ Olivia”, le ha detto il suo vicino. In preda al panico Jo si è avviata verso la strada di campagna tra Clawddnewydd e Ruthin, e si è trovata di fronte a una scena di totale devastazione. Auto distrutte, polizia, un ragazzo coperto di sangue e, in mezzo a tutto questo, i soccorritori che pompavano disperatamente il petto della diciassettenne Olivia, che giaceva a terra senza vita. “Io gridavo, le urlavo contro, supplicandola di vivere”, racconta Jo. Il padre di Olivia, Mesut, dice di aver saputo che sua figlia era morta mentre guidava verso il villaggio. Descrive una strana sensazione che lo avvolgeva mentre si dirigeva verso la scena: “Nella mia testa”, dice, “stavo organizzando un funerale. Mi sentivo come se fossi due persone, una come un robot che fa il lavoro, e l’altra come un padre, disperato, dietro di me. Quando l’ho vista non aveva neanche un graffio sul corpo o sul viso. Sembrava pura, come un angelo”. Fu quando i poliziotti chiesero a tutti di allontanarsi che Jo si rese conto che sua figlia non c’era più. “Il dottore si avvicinò e disse: “Abbiamo fatto tutto il possibile”.

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17enne muore in incidente d’auto, il racconto straziante dei genitori

“Quel giorno non sapevamo dove stava andando Olivia”, dice Jo. “Mi disse che stava andando a fare una passeggiata. Se avessimo saputo che quel ragazzo aveva appena superato l’esame di guida le avremmo detto di non andare. Ma era l’inizio della loro estate, era una bella giornata ed erano pronti a vivere la loro vita e a divertirsi”. Nel marzo di quest’anno Bell e Quick, gli altri due passeggeri dell’auto, sono stati condannati a cinque anni di carcere per guida pericolosa. Mesut dice di non sapere come lui e sua moglie abbiano trovato la forza di andare avanti. “Quando le persone perdono un figlio, impazziscono, si suicidano o fanno cose stupide”, dice. “Come non l’abbiamo fatto? A volte mi interrogo, ma credo che sia stata una protezione da Olivia o da Allah”. Jo spiega che è suo desiderio che le famiglie abbiano conversazioni che possano risparmiare agli altri lo stesso inimmaginabile dolore che hanno dovuto sopportare: “Come tributo a Olivia, voglio che la gente usi una giornata per avere una conversazione da genitore a figlio. Alcuni genitori sembrano pensare che ottenere l’auto migliore o più veloce per il proprio figlio sia la cosa giusta da fare, quando non lo è. Sta alimentando il loro ego. Guidare è un’abilità che richiede concentrazione e rispetto. Presto lavoreremo con la polizia per continuare a diffondere il nostro messaggio. Mesut dice: “I genitori non dovrebbero preoccuparsi di mettere i loro figli su corsi accelerati o di vantarsi di quante poche lezioni hanno avuto prima di superare gli esami. Dovrebbero essere più preoccupati di assicurarsi che siano bravi guidatori e rispettosi della sicurezza dei loro passeggeri. Se non lo fanno, questo è ciò che succede. Non è stato un incidente, Olivia è stata uccisa perché i ragazzi andavano troppo veloci”.

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Jo racconta che lei e Mesut sono solo “conchiglie” ora, e stanno aspettando il loro turno per morire. “Dobbiamo esistere su questo pianeta per tutto il tempo che madre natura vuole, ma fa male svegliarsi ogni mattina sapendo quello che avevamo e quello che abbiamo perso quel giorno. Abbiamo avuto una figlia meravigliosa. È quello che ci dice la comunità, è quello che ci ha detto la scuola, il villaggio, tutti. La gente ci ha detto come Olivia ha ispirato loro e i loro figli e questo ci rende molto orgogliosi”. Mesut dice che tornare a lavorare a Wholebake in Corwen è stata una lotta per lui. “Non riesco a trovare la forza o lo spirito per lavorare perché non ho più una ragione. Prima lavoravo sodo e facevo gli straordinari per il futuro di Olivia. Ora non ha più senso”. In un libro scritto con cura dagli amici di Olivia, sono stati condivisi centinaia di ricordi, aneddoti e fotografie di tempi felici. Sfogliando il libro Jo dice: “Mi sono fidata di Olivia, non mi ha mai dato motivo di non farlo. Non ho mai dovuto preoccuparmi. È bello guardare queste foto e questi messaggi. È stata fortunata ad avere amici così adorabili che parlano sempre di lei”.

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