Intervista a Diana Facile, la Travel Blogger che passa 6 mesi all’anno in giro per il mondo

Diana Facile, in arte “La Globetrotter” (che diventa “La Globe” per gli amici più stretti), ci racconta che passa la metà della sua vita chiusa tra le quattro mura di un ufficio a fare traduzioni, e l’altra metà libera in giro per il mondo.

Diana Facile in Uganda
Diana Facile in Uganda

Pugliese d’origine ma milanese di nascita, Diana afferma di essere una viaggiatrice part-time: trascorre sei mesi a Milano e sei mesi in viaggio.

“Una scelta difficile, specialmente i primi anni, perché a un lavoro dimezzato corrisponde uno stipendio ugualmente dimezzato, ma la migliore che potessi fare, probabilmente l’unica. L’altra grande passione, oltre ai viaggi, è la scrittura che mi ha portata cinque anni fa ad aprire un blog, La Globetrotter, di cui oggi come oggi non potrei più fare a meno. Amo tutto ciò che ha a che fare con l’arte, in particolare musica e letteratura che sono una costante, e ogni tanto mi apro a nuove esperienze: yoga, trucchi di magia, creazioni artigianali, cucina e tutto ciò che richiede una certa creatività”, ci racconta Diana.

Cosa ti ha spinto a partire per i tuoi lunghi viaggi?

È una cosa che ho sempre desiderato fare, fin dal primo viaggio oltreoceano, ma sono passati quasi dieci anni prima di decidermi a realizzare il mio sogno. Non mi sono mai piaciuti i mordi e fuggi e anche quando ero ancora una dipendente a tempo pieno, il minimo sindacale per prendere un aereo e volare dall’altra parte del mondo era un mese. Diciamo che viaggiare lentamente, perché in tre o quattro mesi di tempo visito uno o due paesi al massimo, consente di assaporare più a fondo il piacere di ogni singolo istante e di lasciare più respiro al viaggio. Amo conoscere la cultura dei paesi in cui viaggio e il modo privilegiato per farlo, secondo me, è attraverso la gente. Questo, chiaramente, richiede del tempo.

Raccontaci le prime sensazioni che hai quando parti per una nuova avventura

Curiosità, adrenalina, emozione e anche, non lo nascondo, un po’ di timore e di ansia. Una nuova avventura comporta l’uscita dalla propria comfort zone e addentrarsi in territori inesplorati. Per cui, nonostante abbia non so quanti viaggi alle spalle, mi genera sempre un po’ di turbamento che però svanisce non appena giungo a destinazione e rompo il ghiaccio con il paese che mi ospita.

La Globe Trotter in Kenya
La Globe Trotter in Kenya

Ci sono stati momenti in cui hai pensato di mollare? Se si, quando e perché?

Si e no. Ci sono stati dei viaggi che ho sperato finissero presto. Tre per la precisione. India, dove non ero pronta e l’ho vissuta malissimo (ma tornerò un giorno), Costa Rica, di cui non mi piaceva l’energia della gente, un po’ troppo negativa e pesante per i miei gusti, e Kenya, uno dei paesi più turistici al mondo e uno di quelli in cui viaggiare zaino in spalla da sola, si è rivelato più difficile che mai. Però non ho mai pensato di smettere di viaggiare e credo che non lo penserò mai. Per me viaggiare è un po’ uno stile di vita e non sarà l’età che avanza a farmi tornare indietro.

Ti noti cambiata da quando hai iniziato a viaggiare?

Certo, altrimenti che senso avrebbe farlo? E ti dirò di più, ogni “x” anni noto ulteriori cambiamenti che mi avvicinano sempre più alla persona che ho sempre voluto essere.

Cosa fai quando non sei in viaggio?

Oltre a stare chiusa in ufficio? Scrivo di viaggi (per il blog e per magazine di settore), suono, pratico yoga, sperimento in cucina, leggo, mi coccolo sull’amaca, vedo amici…

La tua famiglia come reagisce al tuo modo di vivere?

Credo che i miei genitori si siano rassegnati e si consolano con l’altra figlia che ha una vita assolutamente negli standard. All’inizio è stata dura, mio padre non mi ha rivolto la parola per tre anni, ma al contempo sento che mi ammira. Legge con attenzione tutto quello che pubblico sul blog e ogni tanto lascia anche dei commenti. Ogni tanto mi stressa con il futuro e la pensione che sarà una miseria, ma la vita è una e non sai cosa ti riserva. Non rinuncio a essere felice ora per assicurarmi il domani. Mia madre, pur non condividendo totalmente la mia scelta, ha capito che è l’unica cosa a rendermi felice e risponde con il silenzio.

Quali sono i paesi che ti sono piaciuti di più? Perché?

Sono tanti; ma di base le ragioni sono le stesse: scenari e popoli. Amo tutto il Sud America (in particolare Colombia, Perù e Brasile dove la gente vive situazioni difficili ma le affronta con leggerezza), in Africa ho lasciato un pezzo di cuore in Mali, in Asia ti direi in Pakistan e in Medio Oriente in Libano. In ognuno di questi luoghi ho lasciato qualcuno a prendersi cura del mio cuore e ogni tanto torno a trovarlo. Giusto per dirtene una, sono stata sette volte in Colombia e tre in Mali.

Diana Facile in Libano
Diana Facile in Libano

E quelli che ti sono piaciuti di meno? Perché?

Mah, sicuramente il Costa Rica per le ragioni che ho detto sopra anche se in realtà non sono rimasta a lungo. Non mi sentivo a mio agio e ho dirottato sui paesi limitrofi, Nicaragua e Panama. Credo sia l’unico. Con il Kenya mi sono riconciliata sul finire del viaggio, quando sono arrivata a casa di una famiglia che viveva in un villaggio fuori dai circuiti battuti dal turismo e lì ho trovato l’umanità del paese, e l’India non ha mai smesso di attirarmi. Come ho già detto, non ero pronta.

Cosa ti ha spinto ad iniziare la tua attività di Travel Blogger?

Le mie velleità da scrittrice. Ho aperto il blog come vetrina per arrivare ad altro.

Quali sono le tue prossime destinazioni?

Te lo dirò quando sarà possibile partire. Ho idea di tornare in Nicaragua e scendere fino in Colombia via terra e via mare, ma vediamo l’andamento del Covid. Sono aperta a tutto.

La globe Trotter in Ecuador
La globe Trotter in Ecuador

Cosa consiglieresti a tutti coloro che hanno voglia di partire ma che non ne hanno il coraggio?

La verità? Gli direi di fare altro. Se non hanno il coraggio di partire è perché non sono realmente motivati a farlo e visto che di gente in giro per il mondo ce n’è fin troppa, perché forzarli?

Per una viaggiatrice come te deve essere stato difficile far fronte a una pandemia mondiale. Come hai reagito a riguardo?

Diana Facile in Tailandia
Diana Facile in Tailandia

Quando hanno dichiarato la pandemia ero in Colombia. Ti confesso che mi sono chiesta cosa fare più di una volta, se fermarmi o restare. In Italia tutti mi dicevano di non tornare, in Colombia non era ancora arrivato nulla, ma non ci voleva un genio per capire che se non fossi rientrata subito, poi sarebbe stato difficile e sono passata da un angolo di paradiso fuori dal mondo alla quarantena. Non è stato facile, ma sono contenta di aver preso questa decisione, e ho reagito nell’unico modo che conosco, mi sono rifugiata nel ricordo dei miei viaggi e ho scritto, scritto e scritto…

Potete seguire le avventure di Diana in giro per il mondo sulla sua pagina Facebook e sul suo Travel Blog.

 

 

Intervista di: Lucia Schettino

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