Coronavirus colpisce anche il cervello: “Danni per 3 pazienti su 4”

Secondo uno studio condotto dall’ospedale San Paolo, il Coronavirus causerebbe danni al cervello oltre che quelli già noti ai polmoni.

Uno studio condotto dall’ospedale San Paolo con l’Università statale di Milano e il supporto di neurologi provenienti da vari Paesi europei, dimostrerebbe come il Coronavirus causi non solo problemi respiratori, ma anche danni al cervello. Lo studio, effettuato attraverso la compilazione di questionari online composti da 17 domande da parte di Neurologi di tutta l’Europa (ne sono stati raccolti oltre 2.300), è stato pubblicato sulla rivista scientifica ‘European Journal of Neurology‘.

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Il risultato dei questionari dimostrerebbe che circa tre quarti dei pazienti affetti da Coronavirus ha sviluppato anche sintomi neurologici. Secondo gli autori dello studio questi dati, se confermati, aprirebbero un nuovo capitolo della neurologia e potrebbero permettere ai neurologi di avere un ruolo preminente nella gestione della pandemia.

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Coronavirus colpisce anche il cervello: il parere degli autori dello studio

Parlando dei risultati riscontrati attraverso i questionari, gli autori dello studio spiegano che ci sono degli effetti neurologici diretti: “I meccanismi responsabili dell’interessamento neurologico sono molteplici – spiega Alberto Priori – Possono essere diretti per effetto della diffusione del virus nel tessuto nervoso, come dimostrato proprio qui al Polo universitario San Paolo dove per la prima volta è stato identificato col microscopio elettronico il virus e i danni tissutali correlati all’infezione”.

A questi però si sommano effetti indiretti: “come per esempio l’importante attivazione della coagulazione del sangue, che possono portare a ictus“. Lo studio insomma dimostra che i sintomi neurologici nei pazienti affetti da Coronavirus sono riscontrabili in maniera frequente, adesso però bisogna capire quali complicanze portino a lungo termine: “Ora saranno da valutare le complicanze neurologiche tardive dell’infezione poiché in molti dei pazienti più gravi poi guariti si riscontrano alterazioni neurologiche che richiedono uno stretto monitoraggio e la collaborazione tra molti specialisti con un percorso riabilitativo complesso che può essere anche molto lungo”.

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