Covid, Horton accusa l’Italia: “Avesse chiuso prima, sarebbero morte meno persone”

Il medico e direttore della rivista scientifica Lancet critica la gestione del Covid da parte di Italia e Gran Bretagna, ma non risparmia alcuni esperti.

Intervistato da ‘Repubblica‘ per discutere sull’andamento della curva epidemiologica e sulla gestione della fase 2, il medico Richard Horton, direttore della rivista scientifica ‘Lancet‘ non fa sconti a nessuno. Spiega che il Coronavirus è ancora presente nel territorio ed i governi dovrebbero dirlo chiaramente alla popolazione. Solo in questo modo, infatti, si potrebbero evitare dei comportamenti “scellerati” che potrebbero portare a nuove ondate di contagi.

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Tuttavia Horton ritiene che l’errore principale sia stato all’inizio, quando il Covid-19 è stato trattato da tutta Europa come una normale influenza. Quando lo dice accusa principalmente il premier britannico Boris Johnson sul quale afferma: “Il ritardo di Boris Johnson è costato almeno la metà delle vittime totali nel Paese”. Numero di vittime decisamente elevato, basti pensare che la Gran Bretagna è la terza nazione al mondo per morti da Covid, dopo Stati Uniti e Brasile.

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Covid, Horton critica la gestione dell’Italia: “Avesse chiuso due settimane prima”

Il medico, però, non risparmia nemmeno la gestione italiana. Sebbene il nostro Paese sia stato il primo ad adottare misure di contenimento rigide, è anche vero che è stato il primo ad avere una diffusione consistente del Covid-19. Horton infatti sottolinea: “Se l’Italia avesse chiuso prima, sarebbero state risparmiate molte vite”. Tornando al rischio di seconda ondata, Horton spiega che il vaccino non è necessariamente la soluzione a tutti i mali.

Il medico infatti dichiara: “Non è un proiettile magico. Sarà complicatissimo trovarne uno efficace e sano al 100%”. Quindi esplicita la sua affermazione aggiungendo: “In gioco c’è la salute delle persone: l’efficacia di un vaccino si vede in tempi brevi, ma la sua sicurezza si nota su un periodo molto più lungo”. Come evitare allora una seconda ondata di contagi? Per Horton basta che i governi parlino chiaramente alla popolazione: “Senza un vaccino è inevitabile avere nuovi e continui focolai. Da qui a un anno non torneremo alla normalità, i politici non lo dicono chiaramente e le persone di conseguenza si comportano in modo scellerato”.

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