Coppa Italia, festa a Napoli senza mascherine. Salvini: “Dov’è De Luca”

La vittoria del Napoli in Coppa Italia ha spinto i tifosi a festeggiare in piazza senza il minimo rispetto delle regole sul Covid. Salvini attacca De Luca.

La finale di Coppa Italia ieri ha riservato una grande sorpresa: la favoritissima Juventus ha perso ai rigori per 4-2. Nel dopo partita, però, le analisi tecniche sull’incontro sono passate in secondo piano a causa del festeggiamenti dei napoletani. Dopo il successo della compagine partenopea, infatti, i tifosi sono scesi in piazza per festeggiare la vittoria, dimenticandosi completamente delle regole sul distanziamento sociale e sull’utilizzo della mascherina.

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L’euforia di Napoli e dei napoletani è facilmente comprensibile. La squadra di De Laurentis veniva da una stagione decisamente deludente che ha costretto il presidente a cacciare Ancelotti in corsa per affidare la squadra a Gattuso. Inoltre in estate alla Juventus, rivale storica, era giunto Maurizio Sarri. Il tecnico ha allenato al Napoli per anni ed aveva giurato eterno amore e l’incarico accettato a Torino è stato percepito come un tradimento. Per i tifosi dunque si è trattato di una doppia rivincita. Tuttavia è indubbio che gli assembramenti e gli eccessi visti ieri siano da condannare, per evitare che in futuro altre persone possano ripeterli.

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Salvini attacca De Luca per i festeggiamenti a Napoli: “Dov’era?”

Pronto a contestare il governatore campano De Luca, uno di quelli che ha applicato rigidamente le regole del governo, per i festeggiamenti di ieri è stato Matteo Salvini. Il leader della Lega ha infatti dichiarato a ‘Mattino 5‘: “Di fronte ai festeggiamenti di Napoli di ieri mi chiedo dov’era De Luca. Sono contento per Gattuso e per Napoli ma qualcosa non ha funzionato. Hanno rotto le scatole per me e i miei selfie, e ieri c’era qualche migliaio di tifosi”. Successivamente lo stesso Salvini ha aggiunto: “I dati ci dicono che i casi sono in calo ma questo non vuol dire che si cala la guardia. Se i teatri, i cinema riaprono una follia che le scuole non lo facciano. Il ministro dovrebbe chiedere scusa. Fosse per me darei qualche elemento di libertà”.

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