Coronavirus e mancata zona rossa: gli elementi al vaglio del procuratore

La mancata istituzione di una zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro in piena emergenza Coronavirus è un atto politico o un reato? Parla il procuratore Maria Cristina Rota. 

“La questione è complessa e sarà approfondita all’esito della ricostruzione in fatto”: con queste parole il procuratore facente funzione di Bergamo Maria Cristina Rota si limita a rispondere a chi le chiede se, nell’inchiesta sulla mancata istituzione di una zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, si possano configurare responsabilità penali o se la scelta del governo – di cui il premier Giuseppe Conte, sentito dai magistrati come persona informata sui fatti, si è assunto piena responsabilità – sia da considerare come un atto politico e quindi insindacabile.

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La querelle sulla zona rossa nel dramma del Coronavirus

Stando a quanto dichiarato dal procuratore Rota, i pm di Bergamo dovranno ora ricostruire, mediante l’analisi delle dichiarazioni raccolte e della documentazione acquisita, i passaggi che a inizio marzo hanno portato a estendere la zona rossa a tutta la Lombardia, prima di arrivare a sciogliere il nodo definito “complesso”.

Si va dunque profilando un lavoro istruttorio che, senza escludere altre audizioni di testi, si svolgerà incrociando le dichiarazioni messe a verbale, tra gli altri, dagli esponenti del Governo e della Regione e dai rappresentanti degli industriali, con i documenti agli atti del filone d’indagine e con i dati epidemiologici di quella drammatica prima fase dell’epidemia di Coronavirus. Stando a quanto riferito da fonti ben informate, un consulente esperto scelto dagli inquirenti è già al lavoro.

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EDS

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