Controlli tumori | la pandemia ha bloccato le cure a tanti malati

C’è un gravissimo effetto collaterale che scaturisce dall’epidemia. Riguarda i controlli sui tumori saltati per la necessità di dover curare il Covid.

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Epidemia controlli tumori FOTO Getty Images

Tra i più pesanti effetti collaterali della pandemia in atto in Italia figura la totale mancanza di controlli per tumori e malattie di questo tipo. Con terribili casi di persone che magari si sono ammalate settimane fa e che lo stanno scoprendo solamente ora.

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Gli screening hanno subito uno stop definitivo durante il periodo in cui ha proliferato il virus. Così come, chi sapeva di essere malato, è rimasto invece senza il periodo di follow up, di cioè controlli periodici importanti durante i quali verificare gli eventuali progressi del loro percorso di cura. La Fondazione Aiom, associazione medici oncologi, fornisce dei numeri significativi in materia di mancati controlli sui tumori. Ci sono ben 230mila persone che non hanno potuto usufruire degli stessi, tra accertamenti mancati o rinviati. Ma ci sono altri 10 milioni di cittadini che presentano patologie oncologiche e cardiovascolari, colpite in maniera altrettanto grave rispetto a chi purtroppo ha dovuto subire i nefasti effetti del Coronavirus sulla propria pelle.

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Controlli tumori, l’Associazione oncologi svela i numeri pesanti

Il sistema sanitario italiano ha dovuto porre tutte le situazioni vigenti in secondo piano per dare priorità ai casi di Covid. In molti casi allestendo reparti per i malati del virus anche in parti di ospedale comunemente deputate per la cura di altre patologie. Ed ora ci ritroviamo con le liste di attesa sature per coloro che aspettano di potere usufruire dei servizi necessari. Senza contare che, per quanto riguarda i percorsi di guarigione, l’interruzione degli stessi rischia di vanificare tutte le cure intraprese prima di febbraio. C’è poi chi ha rinunciato ad andare in ospedale chiudendosi in casa per timore. L’associazione oncologi auspica la creazione della figura dell’oncologo di famiglia ed il potenziamento della cosiddetta telemedicina, con un percorso di cura da potere attuare a distanza. E che avrebbe potuto fare la differenza negli ultimi mesi.

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