Giorgio Pasotti, il suo dramma: “Mia zia? Uno dei corpi nei camion di Bergamo”

Nel giorno della presentazione del suo film da regista ‘Abbi Fede’, Giorgio Pasotti racconta il dramma vissuto nei mesi scorsi a causa del Covid-19.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione del suo ultimo film, dove fa sia da regista che da attore protagonista, Giorgio Pasotti ha voluto parlare degli ultimi mesi di vita, passati con l’angoscia del Covid-19 e con le notizie spaventose che provenivano dalla sua Bergamo. A causa della pandemia è deceduta la zia e l’attore lombardo ha deciso di dedicare la sua ultima fatica a lei, nonché a tutte quelle persone decedute in questo periodo complicato.

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La pellicola in questione, d’altronde, ben si presta ad un periodo come questo. Questa infatti narra la storia di Padre Ivan, un sacerdote che non perde mai la speranza e la fede, sempre disposto a dare una mano a tutti quelli che ne hanno bisogno. La sua determinazione verrà messa a dura prova quando si prenderà a cuore la storia di Adamo, un uomo affetto da psicosi, un criminale per nulla intento ad intraprendere un cammino di redenzione. Proprio la speranza e la voglia di non arrendersi alle avversità è ciò di cui oggi abbiamo maggiormente bisogno per ripartire con decisione e riprenderci la vita che avevamo.

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Giorgio Pasotti dedica il suo ultimo film alla zia morta di Covid

L’ultima fatica di Pasotti non andrà nelle sale per via delle restrizioni legate alla crisi sanitaria e verrà caricato direttamente sulla piattaforma streaming Raiplay. Durante la conferenza stampa, come detto, l’attore e regista ha dedicato il film alla zia deceduta nei mesi scorsi, ecco cosa ha detto: “Ho vissuto il periodo del lockdown a Roma ma con la testa e il cuore a Bergamo dove vivono i miei genitori, i parenti e molti amici. Tutti hanno perso qualcuno, io stesso ho perso una zia, morta da sola in ospedale, caricata e trasportata con i mezzi militari in un luogo di cui mio cugino non ha saputo nulla per giorni. Voglio dedicare questo film a lei e a tutti i miei conterranei che hanno affrontato questo dolore con dignità e riservatezza, senza perdersi in troppe lacrime ma arrotolandosi le maniche per andare avanti. Questo mi ha molto commosso e reso fiero di essere figlio di quella terra”.

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