Infermiera malata di Coronavirus: “I complottisti ignoranti devono tacere”

Uno sfogo pesante e legittimo di una infermiera col Coronavirus rivolto verso i complottisti. “Prima di parlare leggete questo, e poi vergognatevi”.

infermiera Coronavirus
Sfogo della infermiera malata di Coronavirus Foto dal web

Lei è Giulia Oriani ed è una infermiera malata di Coronavirus. In questi ultimi mesi si è fatta in quattro ogni giorno per salvare delle vite prima di ammalarsi.

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E ha trascorso così 79 giorni di “calvario”, testuali parole sue, che l’hanno segnata nel fisico e nello spirito. Tutto ciò ha causato a Giulia anche un importante disturbo post traumatico da stress. Lei si era rivolta ai complottisti che sostengono che la pandemia non esista, prendendosi in conseguenza di ciò una ridda di odiosi insulti. Questa volta l’infermiera malata di Coronavirus ci riprova, perché sente il doveroso bisogno di farlo e di spiegare quanto successo.

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Infermiera Coronavirus, la sua pesante vicenda

Questa la sua lettera. “Mi chiamo Giulia, ho 30 anni e sono un’infermiera. Nel mese di marzo mi sono ammalata di Covid-19. Inizialmente, nella sfortuna, ho pensato di essere stata fortunata, di averla “sfangata” con pochi sintomi, senza che fosse necessario il ricovero in ospedale. Un po’ di febbre, qualche dolore muscolare, difficoltà respiratorie lievi e risolte in pochi giorni, un solo accesso in ospedale per broncospasmo. Niente di che, insomma. I problemi sono iniziati circa dieci giorni dopo la mia negativizzazione al tampone. Uno strano dolore alla gamba, un esame al volo e la diagnosi di Trombosi Venosa Profonda. Il che significa che in una vena della mia gamba (dopo qualche giorno, in due vene diverse) si era formato un coagulo così grosso da non far passare più il sangue. Ho 30 anni, e il mio sangue coagula come quello di un vecchietto allettato. Da lì, il mio calvario”.

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“Ho vissuto un inferno”

“Sono stata vista da: chirurgo vascolare, chirurgo generale, ematologo, psichiatra, medico d’urgenza e cardiologo. Ho eseguito 5 eco-doppler alla gamba, un’ecografia della parete muscolare dell’addome, una lastra del torace, una TAC torace e arto inferiore con mezzo di contrasto, un ECG-holter delle 24h, un ecocardio e un’infinità di esami del sangue. Mi sono sentita diagnosticare una doppia trombosi venosa profonda con riduzione del flusso persistente dopo due mesi di terapia e parziale dilatazione della vena, una tachicardia sinusale con battiti ectopici ventricolari e sopraventricolari, un disturbo post-traumatico da stress con insonnia, una vasculite post covid-19. Ho avuto spesso, troppo spesso, paura. Tanta. Paura di non poter mai più tornare a svolgere il mio lavoro come prima, paura di morire”.

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“I complottisti sono una vera rovina”

“Mi hanno imbottita di psicofarmaci prima di capire che non era l’ansia la causa della tachicardia, ma mi hanno detto di continuare a prenderli, per dormire. Peccato che io non dorma da settimane. Ogni notte mi sveglio a causa degli incubi che faccio. Dormirò sì e no 4 ore. Convivo con un fantasma, quello della malattia. Sono arrivata ad odiare la mia casa, diventata una prigione da ormai 79 giorni. Questo post l’ho scritto in realtà per fare una dedica speciale. Lo dedico a voi maledetti complottisti, che sostenete che il virus non esista, che sia stato creato per far guadagnare soldi a Bill Gates. Che vi stiano mentendo e la situazione non sia così grave come sembra, che non volete mettervi la mascherina perché vi farà morire di ipercapnia (che manco sapete cosa sia), che vi ammassate nelle piazze perché non avete paura di un virus che uccide solo i vecchi”.

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“Mettetevi in testa che il virus esiste e che colpisce anche i giovani”

“E sostenete che il virus sia un problema solo per chi ha malattie gravi e invalidanti e tante altre scemenze. A voi che pensate che tanto non vi capiterà mai niente, dedico la foto della terapia che ho dovuto prendere negli ultimi due mesi e che continuerò a prendere non so per quanto tempo. E ho SOLO trent’anni. A voi dedico ogni singola iniezione che mi sono dovuta fare, ogni ematoma distribuito sul mio corpo, ogni pastiglia che devo mandare giù tutti i giorni, ogni minuto di veglia al buio, ogni sfarfallio che avverto nel petto. Con affetto, Giulia”. Lei stessa precisa che non si sarebbe mai aspettata di ricevere tanta visibilità e che questo sfogo era concepito solo per i suoi profili social. E conclude così. “Certi commenti, sotto al post di una persona che ha un disturbo post traumatico da stress, possono avere effetti devastanti. Fortunatamente riconosco l’ignoranza e tiro avanti, ma dovete vergognarvi. TANTO”.

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