Furti in ospedale | “Spiace per i pazienti | ci facciamo una bella mangiata”

Una dottoressa ed un rappresentante di attrezzi medici arrestati per dei furti in ospedale. Il tutto in piena emergenza epidemia ed a danno dei ricoverati.

furti in ospedale
Due fermi per dei furti in ospedale FOTO Getty Images

Una dirigente di ospedale ed un amministratore di una società di dispositivi medici sono stati arrestati per dei furti in ospedale. Tutti commessi ai danni di pazienti intubati in piena emergenza pandemia.

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Lei era una farmacista e dirigente della struttura di Saronno, in provincia di Varese. I due si erano accordati per rivendere in forma privata non i bene personali dei pazienti quanto il materiale necessario per intubarli, per poi ingigantire gli ordini di acquisto. La scoperta è stata fatta dai carabinieri e dalle Fiamme Gialle di Varese, dopo una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Busto Arsizio. A segnalare le irregolarità ed i furti in ospedale di accessori medici un collega della donna. Tutto era nato a partire dallo scorso mese di novembre e veniva protratto anche nel corso della pandemia, con tutta l’ondata di ricoveri quotidiani che avveniva con cadenza quotidiana. Il dirigente aveva notato diversi ordinativi anomali inoltrati dalla farmacia interna all’ospedale e firmati dalla sua collega. L’ipotesi di reato per quest’ultima e per il suo complice è quella di peculato, con lui accusato anche di autoriciclaggio.

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Furti in ospedale, i due responsabili inchiodati dalle intercettazioni

Gli accessori ed il materiale rubato oppure acquistato senza alcuna giustificabile necessità finiva all’uomo. Questi lo caricava in scatoloni anonimi sul suo veicolo e provvedeva a rivenderli anche emettendo la fattura. Tra i suoi clienti c’erano anche altri ospedali ignari della provenienza di quella strumentazione. Ci sono anche delle intercettazioni ai danni dei due. E l’uomo in una circostanza afferma: “Mi dispiace per i pazienti, però…”. Poi in un’altra conversazione tra la farmacista ed il collega, lei sollecita lui – con il quale pare ci fosse anche una relazione amorosa – a farsi pagare le pile per laringoscopi 250 euro al pezzo. Infatti nei mesi scorsi tali accessori risultavano poco reperibili sul mercato. “Così ci facciamo un bel regalo, una mangiata e una borsa di Prada”. Il gip ha definito entrambi “cinici, avidi e non curanti della situazione attuale”.

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