Morte George Floyd, continuano gli scontri: 60 arresti e 2 morti a Chicago

Continuano senza sosta le proteste degli americani per la morte di George Floyd: ieri intanto il risultato dell’autopsia ha confermato che la causa della morte è stata la pressione sul collo.

La morte di George Floyd ha scatenato una protesta senza precedenti negli Stati Uniti. L’uomo è stato maltrattato dalla polizia durante un arresto, e nonostante fosse a terra immobilizzato e ci fossero 4 agenti, uno di loro ha tenuto il ginocchio sul suo collo fino a farlo morire. La causa della morte non è stato il soffocamento come si pensava inizialmente, tuttavia l’autopsia ha dimostrato che l’arresto cardiaco che lo ha ucciso è stato causato dalla pressione del ginocchio sul collo.

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Intanto non accenna a placarsi la rabbia dei cittadini americani, stanchi di vedere soprusi da parte delle forze dell’ordine nei confronti degli afroamericani. Le proteste sono partite a Minneapolis, città in cui George Floyd è stato ucciso, e si sono propagate in tutta la nazione arrivando a Los Angeles, Dallas, Atlanta, Buffalo, Washington e Chicago. Proprio nella capitale dell’Illinois ieri ci sono stati gli scontri più accesi: la polizia ha arrestato 60 manifestanti e sono morte due persone. Ancora da chiarire la dinamica dell’accaduto e la causa della morte dei due manifestanti.

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Morte George Floyd: Trump minaccia di schierare l’esercito

Mentre il Paese è sconvolto dalle proteste, pacifiche e violente, il presidente Usa si è deciso a dare un segnale forte alla nazione. Trump non ha digerito l’essersi dovuto nascondere nel bunker venerdì sera e sta studiando il modo per fare capire ai protestanti che non ha paura. Ieri mattina ha annunciato che metterà al bando, etichettandoli come terroristi, i gruppi Antifa. Quindi è sceso in strada come atto dimostrativo, minacciando persino l’intervento dell’esercito: “Io sono il presidente dell’ordine e della legalità”. Ha tuonato il Tycoon invocando l’Insurrection Act del 1807: “Il presidente ha il diritto di difendere il suo Paese e di proteggere la sua nazione. Non possiamo permettere che le proteste pacifiche vengano manipolate da anarchici di professione e gruppi antifa”.

Mentre parlava si sentivano colpi d’arma da fuoco, erano i poliziotti che sparavano ai manifestanti pacifici proiettili di gomma e lacrimogeni per farli disperdere. Il motivo di tale repressione è stato chiaro poco dopo: Trump è sceso in strada ed ha raggiunto la vicina St. John Episcopal Church, quindi in favore di telecamere si è girato ed ha alzato una bibbia al cielo dicendo: “L’America sta tornando grande”. Una vera e propria provocazione contro i manifestanti, per far capire loro che non teme niente e nessuno.

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