Giacinto Facchetti, chi è il figlio Gianfelice: età, carriera, vita privata

Gianfelice Facchetti, figlio del calciatore Giacinto, è un affermato attore, drammaturgo e regista teatrale. Ecco tutto quel che c’è da sapere su di lui. 

Stasera tra i protagonisti del charity show in onda su Rai 1 “Non Mollare Mai – Storie Tricolori” ci sarò anche Gianfelice Facchetti, l’attore, drammaturgo e regista teatrale figlio di Giacinto, grande calciatore dell’Inter e della Nazionale italiana. Lui, Sandro Mazzola e Gianni Rivera proveranno a svelare le emozioni della “partita del secolo” Italia – Germania del 1970 insieme a Simona Ventura. Conosciamolo più da vicino.

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L’identikit di Gianfelice Facchetti

Gianfelice Facchetti nasce a Milano il 28 agosto 1974. Mentre consegue la laurea in scienze dell’educazione, si forma presso la scuola di teatro di Quelli di Grock, che frequenta per tre anni e con cui debutta nello spettacolo Moby. Dal 2000 collabora con diverse realtà teatrali e educative quali la Casa Circondariale di Monza e l’Istituto dei ciechi di Milano (dove ha portato in scena il Teatro al buio), ed è impegnato come regista, autore e attore nella Compagnia teatrale Facchetti/De Pascalis, che ha fondato insieme all’attore Pietro De Pascalis.

La prima scrittura teatrale di Gianfelice Facchetti, Bundesliga ’44 (2005), ispirata a un episodio de I sommersi e i salvati di Primo Levi, è stata finalista al Premio Ustica per il Teatro Civile 2005 e segnalata al Premio Bancarella Sport. Il secondo progetto è stato Nel numero dei + (2007), cui hanno fatto seguito Icaro & Dedalo s.r.l. che ha debuttato nel 2008 prodotto dal Teatro CRT di Milano, e Aumma (2011). Come attore cinematografico, invece, Gianfelice Facchetti ha partecipato sia a fiction televisive come Il grande Torino, Il Pirata – Marco Pantani, I colori della gioventù e Anita Garibaldi, sia a film per il cinema come L’aria del lago.

Nel 2008-2009 Gianfelice Facchetti ha cominciato a collaborare con il Corriere della Sera e la trasmissione Le Iene, e nel settembre 2012 è stato arruolato da Sportweek e la Gazzetta dello Sport. Sempre nel 2012 ha vinto il “Premio Bancarella Sport” con il libro Se no che gente saremmo (Longanesi). Nell’aprile dell’anno successivo ha debuttato in “Com’è bella la città” di Alessandra Scotti al Piccolo Teatro di Milano, spettacolo prodotto dalla “Fondazione Gaber”. Nell’aprile 2015 allo Spazio Tertulliano di Milano ha portato di “Mi voleva la Juve”, spettacolo scritto e diretto per Giuseppe Scordio. Nel marzo 2019 ha iniziato a collaborare con il Memoriale della Shoah, portando in scena un monologo sulle contaminazioni tra calcio, potere e discriminazione razziale. E il 14 gennaio scorso ha portato in scena a Milano La tribù del calcio, adattamento teatrale da lui curato dal saggio omonimo di Desmond Morris.

EDS

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