Remuzzi |”Virus meno pericoloso ma chi si ammala fatica a guarire”

Il professor Remuzzi parla dell’epidemia in corso. “Il virus appare con una intensità ridotta adesso ma per chi si ammala la guarigione è lontana”.

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Parla il professor Remuzzi Foto dal web

Il professor Remuzzi, direttore dell‘Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, descrive al Corriere della Sera a che punto è l’epidemia. “Dai 100 ricoveri di media al giorno, tutti con gravi difficoltà respiratorie, siamo arrivati a zero direttamente imputabili al virus”.

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“La malattia ha cambiato modo in cui si manifesta e probabilmente la carica virale è diminuita. Lo pensiamo proprio in relazione al ridotto numero di ricoveri. Abbiamo osservato che il virus si ferma nelle primissime zone delle vie respiratorie, senza più raggiungere gli alveoli polmonari, forse proprio a causa della meno intensa carica virale”. Per il professor Remuzzi comunque bisogna mantenere un atteggiamento di prudenza. “Dobbiamo continuare ad usare le mascherine, che rappresentano una protezione fondamentale contro le goccioline che veicolano il virus tra le persone. Questo ed un lavaggio frequente ed accurato delle mani rappresentano la prima causa dell’affievolimento. Le epidemie prima o poi calano, come avviene con la Sars. Ma il perché di ciò non lo sa nessuno, non ci sono spiegazioni precise a livello scientifico”.

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Remuzzi: “Mascherine e lavarsi le mani, sempre”

Si parla anche delle difficoltà della Lombardia. “Chiaramente gli ospedali lì sono stati presi di sorpresa e l’ondata iniziale è stata enorme, ma poi la Regione si è messa in pari con le misure da prendere, nonostante i numeri restino sempre più alti qui. In Lombardia c’è stato un accumulo di casi prima che ci accorgessimo di cosa stesse succedendo, esattamente come successo a Wuhan ed in altre parti d’Europa”. Remuzzi è anche convinto che test a tappeto con i tamponi non siano utili. “È una cosa che va limitata anche per questioni di risorse, i tamponi andrebbero applicati soltanto per ragioni precise. Come ad esempio la protezione dei lavoratori del settore sanitario o degli anziani. Può darsi che la malattia ritorni con una ondata più forte nei prossimi mesi”.

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“Chi si ammala fa fatica a guarire”

“Perciò occorre conservare gli accessori di riferimento per garantire una migliore protezione per allora”. A Brescia alcuni ricercatori hanno isolato una carica del virus ritenuta meno virale. “Può essere un grosso passo in avanti, il virus ora uccide di meno. Però chi si ammala fatica a guarire. La malattia si è fatta imprevedibile e persistente. Oltre ai sintomi noti come febbre e tosse che non vanno via, ci sono perdita di sapore ed olfatto, fragilità ossea e tutto questo sembra non andare mai via. C’è molta gente a casa da mesi con questi sintomi. Riguardo ad utilizzo di guanti e sanificazione, sono dell’idea che servano soltanto negli ospedali. Altrove invece basta lavare per bene gli oggetti”. Sulla scuola infine Remuzzi afferma: “Chiuderle a marzo è stata una scelta responsabile. Ora però non c’è alcuna ragione per non riaprire. Farmaci antivirali? Studi recenti dimostrano che non funzionano”.

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