Mascherine prodotte nel carcere di Bollate, dove “lavorano” Bossetti e Stasi

Comincia la produzione di mascherine per gli italiani nel carcere di Bollate, a lavorarci potrebbero esserci detenuti “eccellenti” come Bossetti e Stasi.

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia ed il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 hanno raggiunto l’accordo per far partire il progetto “ricuciamo”. Consiste nell’affidare la produzione delle mascherine per gli italiani a 320 detenuti tra quelli reclusi nel carcere di Bollate, Rebibbia e Salerno. Per l’istituzione di questo “polo industriale” saranno messe a disposizione delle carceri 8 macchinari tecnologicamente avanzati che permetteranno di produrre circa 800.000 mascherine al giorno.

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Le macchine per la tessitura, acquistate dal commissario straordinario e cedute a titolo gratuito ai penitenziari, saranno attive 24 ore su 24. Il lavoro sarà suddiviso su 4 turni di 8 ore così da garantire una produzione continua. In ogni turno ci saranno 10 detenuti che lavoreranno su ogni macchina: 6 si occuperanno del funzionamento, 2 della rifinitura e della ricezione del tessuto e 2 dell’impacchettamento e della sanificazione delle singole mascherine. In totale lavoreranno ogni giorno 80 detenuti per struttura, suddivisi in 4 turni di lavoro, ovvero 20 per turno.

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Mascherine prodotte nelle carceri, potrebbero partecipare Bossetti e Stasi

Nel carcere di Bollate sono numerosi i detenuti illustri che potrebbero prendere parte al progetto ricuciamo: Massimo Bossetti, Rosa Bazzi, Alberto Stasi e Salvatore Parolisi. Proprio il carcere Bergamasco sarà quello più importante per la produzione. Le mascherine verranno create nei locali dell’ex falegnameria, un magazzino di 500 metri quadri all’interno del quale ci saranno quattro macchine per la tessitura. Si stima che la produzione dovrebbe arrivare ad una media di 400.000 dispositivi in un solo giorno.

Parlando del progetto, il responsabile della squadra “riconversione incentivi” del Commissario Straordinario, Ernesto Somma, ha spiegato che grazie a ‘Ricuciamo’ verranno creati: “dei veri reparti industriali per una produzione efficiente di mascherine e quindi dalle tre carceri verrà fornito un contributo al Paese”.

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